Le analogie col colpo messo a segno lo scorso 30 dicembre ai danni del noto produttore vinicolo di Castiglione Falletto Enrico Scavino non mancano, ma per gli inquirenti non è affatto scontato che si debba trattare dello stesso gruppo criminale.
Parliamo della rapina in villa commessa nel tardo pomeriggio dello scorso 22 dicembre – ma la notizia è trapelata soltanto ora – ai danni di una coppia albese: un ex dirigente Ferrero ora in pensione e la sua consorte, residenti in una villa di strada Donizetti, l’ex strada Serre, ai piedi della collina di Altavilla.
Quattro, come allora, i componenti della banda criminale che, quando erano circa le 19, risalendo una grondaia, sarebbero saliti su una terrazza e quindi penetrati all’interno dell’abitazione forzando una porta.
"Dobbiamo ritenere che si sia trattato di un tentativo di furto sfociato in rapina – spiega il tenente colonnello Marco Pettinato, comandante provinciale del Reparto Operativo dell’Arma dei Carabinieri –. I ladri sono entrati in casa pensando di trovarla vuota, col volto travisato perché così sono abituati a fare anche per sfuggire a un’eventuale successivo riconoscimento tramite le riprese della videosorveglianza. All’interno, con sorpresa, si sono trovati di fronte i proprietari di casa e a quel punto hanno ritenuto di portare comunque a termine il colpo, senza comunque ricorrere a minacce e senza mettere in atto comportamenti violenti. Con estrema calma hanno chiesto che gli venissero consegnati le chiavi della cassaforte e i gioielli e sono poi fuggiti con circa 2mila euro in contanti e i monili consegnati loro dai proprietari, comprensibilmente spaventati per la brutta sorpresa capitata loro".
I rapinatori parlavano italiano, anche se con un’inflessione che, dal racconto delle vittime, richiamava quella dell’Est Europa, ma per gli inquirenti non è detto che si tratti della stessa banda che ha colpito a Castiglione Falletto. Ancora il comandante Pettinato: "Diversamente da quanto poteva avvenire in passato, queste 'batterie' non hanno una zona di esclusiva. Oggi colpiscono ad Alba, domani magari ad Asti. Fanno qualche colpo e poi stanno fermi per un po’ di giorni. Poi magari cambiano persino regione o i componenti della banda si mischiano ad altri gruppetti. Al momento non vi sono elementi per parlare di una banda criminale che abbia preso di mira le colline dell’Albese".