Agricoltura - 14 gennaio 2020, 16:19

Nuova legge sul tartufo all’esame del Parlamento: nel testo congiunto salva la denominazione "Bianco d’Alba"

Avviato in commissione l’esame della proposta che riunisce quelle presentate dai senatori cuneesi Bergesio (Lega) e Taricco (Pd), e dal siciliano Mollame (M5S)

La tutela della denominazione Bianco d'Alba, fondamentale per il territorio delle colline Unesco

La Commissione Agricoltura e Produzioni Agroalimentari del Senato, riunita in sede redigente, ha iniziato l’esame del disegno di legge congiunto avente a oggetto “Disposizioni in tema di cerca, raccolta, coltivazione e commercializzazione dei tartufi destinati al consumo”.
Il testo raccoglie i tre disegni di legge (numeri 810, 918 e 933) presentati in materia, rispettivamente, dai senatori Francesco Mollame (M5S), Mino Taricco (Pd) e Giorgio Bergesio (Lega)  

"L’esigenza di siffatta rinnovata norma quadro – spiega in una nota il senatore Bergesio, capogruppo della Lega in Commissione – è avvertita con forza dal settore anche, e soprattutto, al fine di superare, con l’abrogazione, le disposizioni contenute all’interno della legge 752 del 1985, tuttora in vigore ma ormai decisamente inadeguata, sotto il profilo nazionale e internazionale, a tutelare il tartufo e i suoi prodotti commerciali come prodotto-immagine del made in Italy".

"In estrema sintesi – continua il parlamentare del Carroccio – si è mirato principalmente: a trovare un accordo affinché fosse garantita una delega alle Regioni per l’individuazione di un calendario, ovvero per l’esatta determinazione dei periodi di raccolta del tartufo; a individuare un iter comune di autorizzazione per le tartufaie controllate e coltivate tra le regioni; a sancire l’obbligo di immissione nel mercato di piante certificate micorizzate con il tartufo; a stabilire il riferimento alle normative europee per quanto concerne la trasformazione dei prodotti a base di tartufo; a prevedere la 'cerca' del tartufo come bene culturale immateriale e, infine, non di minore importanza, a disporre il pagamento di un piccolo importo per ogni tartufaia, somme, che complessivamente andranno poi a costituire il Fondo regionale per gli Investimenti nel capitale forestale per la produzione del tartufo".

Non meno importante, anzi centrale per il comprensorio di Langhe, Roero e Monferrato, la previsione nel testo di specifiche norme volte a salvaguardare le denominazioni di origine, come ad esempio quella riguardante il "Tartufo Bianco di Alba" o "di Acqualagna": "Un riconoscimento importante per quei territori in cui questo pregiato frutto della terra rappresenta, oltre che qualità, anche identità, storia e tradizione, uniti a una promozione enogastronomica importante", conclude Bergesio insieme agli altri componenti della Lega in Commissione: il presidente Gian Marco Centinaio, già ministro delle Politiche Agricole, Rossellina Sbrana e Gianpaolo Vallardi

Redazione