Continua l’azione costante della Guardia di Finanza, nella Granda, volta alla prevenzione e alla repressione di tutti quegli illeciti di natura economico-finanziaria sul territorio. Tra questi, particolare attenzione è posta ai reati che portano a sprechi di denaro pubblico, quindi a danno di tutti i cittadini onesti che, attraverso la contribuzione alle spese dello Stato, avrebbero diritto a servizi adeguati ed efficienti.
In particolare, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cuneo, continuando nel solco delle attività di indagine nell’ambito della nota operazione "Feudo", hanno ora dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro dal valore complessivo di 100 mila euro.
L'operazione "Feudo", come ormai è noto, aveva portato, nel giugno scorso,
all’arresto dell’ex sindaco del Comune di Santo Stefano Roero, Renato Maiolo, del segretario comunale Anna Maria Di Napoli e di due professionisti.
Ora, un nuovo capitolo delle indagini, con il sequestro disposto dal Gip del Tribunale di Asti, la dottoressa Francesca Di Naro, nei confronti di due
professionisti (tra cui uno dei due arrestati a giugno) e di una dipendente comunale.
A loro carico è stato quindi eseguito il sequestro di beni e valori per un ammontare complessivo di oltre 100 mila euro.
Il provvedimento del Gip astigiano si pone come uno sviluppo dell’articolata indagine diretta dal sostituto procuratore della Repubblica di Asti, il dottor Davide Lucignani, originata dall’attività di polizia erariale eseguita dalle Fiamme Gialle cuneesi su incarico della Procura regionale della Corte dei Conti.
La Finanza è stata chiamata ad accertare presunti sprechi di denaro pubblico da parte dell’Amministrazione comunale di Santo Stefano Roero (destinataria, negli ultimi 15 anni di circa 15 milioni di euro di finanziamenti statali), che
avevano determinato, nel 2019, un deficit finanziario per oltre un milione e 300 mila euro alle casse dell’Ente locale roerino.
Le indagini, che avevano appunto portato all’arresto dell’ex sindaco Maiolo, del segretario comunale e di due professionisti, oltre che ad altri sequestri patrimoniali, avevano permesso di accertare molteplici condotte
illecite attribuibili ai soggetti coinvolti, accusati a vario titolo di "truffa ai danni dello Stato", "turbata libertà degli incanti" e "falsità materiale ed ideologica in atti pubblici".
Al sindaco pro tempore erano stati contestati anche i reati di "peculato", "minacce" e "detenzione abusiva di armi".
L’operazione di polizia economico-finanziaria si inquadra nella continua attività di servizio svolta a contrasto della criminalità fiscale, col fine di consentire all’Erario il soddisfacimento delle legittime pretese creditorie ed il ripristino della legalità.