Il caro bollette taglia del 3,2% gli acquisti alimentari degli italiani nel 2022 che sono però costretti a spendere il 4% in più a causa dei rincari determinato dalla crisi energetica e delle materie prime mentre in Europa.
E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti nei primi nove mesi dell’anno su dati Istat relativi al commercio al dettaglio ad agosto che, rispetto allo stesso periodo del 2021, fanno registrare una diminuzione delle quantità di beni alimentari acquistate, in controtendenza rispetto ai beni non alimentari che crescono in volume del 4,6%.
“L’impatto dell’inflazione è evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare nei primi otto mesi un balzo del + 9,5% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Il rischio è quello, infatti, di un pericoloso abbassamento degli standard di sicurezza alimentare – fanno notare Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale - Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi , dal +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma aumenti riguardano anche il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti".
"Bisogna intervenire subito – aggiungono i due esponenti di Coldiretti - sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese. Rischiamo un crack alimentare, economico e occupazionale visto che proprio in questi mesi si concentrano le produzioni agricole tipiche del Made in Piemonte e della Dieta Mediterranea”.
Intanto, i rincari della spesa alimentare costeranno alle famiglie italiane 650 euro in più per imbandire la tavola durante l’anno a causa dell’esplosivo impatto dei costi energetici sulla filiera agroalimentare. E’ quanto stima la Coldiretti sulla base dei dati Istat, sull’inflazione a settembre, che evidenziano un aumento dell’11,4% per i beni alimentari.
Secondo l’analisi Coldiretti in cima alla classifica dei rincari con un +60,5% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori, mentre al secondo posto c’è il burro in crescita del 38,1% e al terzo la margarina (+26,5%). Seguono il riso con un +26,4%, spinto anche dal crollo della produzione nazionale a causa della siccità, e il latte uht (+24,5%), davanti a farina (+24,2%) e pasta (+21,6%). I vegetali freschi aumentano del 16,7% e la frutta del 7,9% con effetti negativi sui consumi.
“Tutti rincari che non portano nulla, però, ai produttori costretti già ad affrontare gli aumenti che vanno che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi fino al +129% per il gasolio e al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti, ma anche quelli che riguardano il vetro, che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, e i vari imballaggi dal tetrapak +15% ai barattoli + 60%, secondo l’analisi Coldiretti – affermano Moncalvo e Rivarossa - Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure rapide per salvare le imprese e per programmare il futuro".
“Gli italiani – concludono Moncalvo e Rivarossa – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Il rischio è quello di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare”.