Sarà che il primo popolo Cuneese era composto da Bagienni, Epanteri, Veneni, Turri… in tutto e per tutto Liguri.
Sarà stato il ‘genovesato’ (e le sue gabelle) che, come dicono, hanno spinto i valmairini ad occultare con delle acciughe il più pregiato sale, prima della bagna cauda primordiale*, avvicinando così la montagna al mare.
Sarà quel che sarà, la nostra provincia è da sempre il retroporto del ‘mugugno’ ligure.
E così, ancora oggi, quel borbottare malcontento a bocca stretta accomuna il marinaio di Savona al margaro della Valle Varaita.
Ma la verità è che il lamento non conosce confini. E così, citando un torinese: l’Italia è fatta, mentre gli italiani (persi tra un brontolare di Caltanissetta e una lagnanza di Pordenone, aggiungiamo noi) sono ancora da farsi.
A dare man forte al malcontento italico arrivano puntuali come ogni anno le classifiche sulla qualità della vita dei maggiori giornali economici dello stivale. Questi scandagliando con dovizia certosina ogni parametro del ben vivere, restituiscono ai propri lettori una classifica su cui parrebbero decidersi le sorti delle 107 realtà provinciali di tutta la nazione.
Una lista che puntualmente si porta con sé trionfalistiche auto celebrazioni da parte degli amministratori di quei territori che hanno conquistato anche solo una posizione rispetto all’anno prima. Mentre sull’altro fronte, si scatenano (come da secoli) le pletore dei cittadini mugugnatori i quali accusano quegli amministratori (meno compiaciuti dell’anno prima) che perdono punti.
Come se la qualità del vivere si potesse decidere con una calcolatrice.
E così succede che per Italia Oggi la nostra Cuneo recupera posizioni rispetto all’anno prima e sfiora la top 10. Mentre un mese dopo la stessa Cuneo, per Il Sole 24 Ore, perde posizioni ed è trentaseiesima.
Se poi si va nel dettaglio si scopre che Cuneo è terza per piste ciclabili, ma settantunesima per tempo libero. E, allora, se non si va in bici tra i bellissimi percorsi cicloturistici offerti dalla Granda il nostro tempo libero sarà di qualità inferiore rispetto a Bologna, quest’anno fortissima, il prossimo anno chissà.
Ed è quindi del tutto normale vedere Torino (nel 2021 in 19^ posizione), piombare al 54° posto, come se i cavalieri dell’Apocalisse avessero raso al suolo la prima capitale d’Italia.
Sarà quindi perché la vita va al di là dei numeri - e se ne sono resi conto anche nelle massime redazioni economiche italiane - ma quest’anno alla classifica sulla qualità se ne è affiancata una sulla felicità, con dati più soggettivi che oggettivi, dove la popolazione esprime la più alta soddisfazione verso altri aspetti meno incasellabili in parametri numerici come la salute, le relazioni sociali, familiari ecc…
A misurare - se così si può definire - la felicità dei territori è stata Ita.Li, studio del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università Bicocca di Milano.
I risultati della rilevazione che è stata condotta tra giugno 2019 e dicembre 2020 restituiscono un giudizio verso la quotidianità dei cittadini residenti nei vari territori italiani. Come si legge dal report presentato sull’edizione di ieri de Il Sole 24 Ore: "Se le statistiche misurano gli input, cioè le condizioni oggettive delle aree oggetto di studio, la rilevazione della Bicocca misura gli output, ovvero gli effetti sulle condizioni di vita delle persone.”
Lo studio è stato effettuato prendendo in esame un campione di poco meno di 5 mila famiglie, corrispondenti a circa 9mila individui di 278 comuni italiani, selezionati attraverso un innovativo sistema di campionamento probabilistico a tre stadi sviluppato da Istat.
E così è stato raccolto il ‘sentiment’ rispetto ad alcuni aspetti della vita quotidiana come sicurezza, attaccamento, rumore e inquinamento riferite al quartiere di residenza; spese generali, spese essenziali e condizioni dell’abitazione; qualità del lavoro in generale, sforzo fisico e pressione psicologica al lavoro; salute fisica e mentale; opportunità di praticare attività fisica.
E, guarda un po’, Cuneo in questa graduatoria trionfa. La nostra provincia, infatti, è insieme a Chieti e Terni, la realtà dove gli interrogati hanno espresso il maggior grado di felicità. Nelle parti alte della classifica ci sono quasi tutte le province piemontesi, a parte Torino, dove il grado di soddisfazione è di colore rosso chiaro (peggio c’è solo il colore rosso scuro).
Le famiglie chiamate in causa hanno fatto ben figurare la nostra Granda. Speriamo che questo possa ripetersi anche nelle future indagini, se ce ne saranno.
Nonostante, anche qui, il rischio di cadere in competizione, pure sulla troppo soggettiva felicità, è altissimo.
Godiamoci il risultato di quest’anno e ringraziamo quei cittadini che, pur vivendo nel retroporto del mugugno ligure, hanno parlato bene della nostra terra.
Dove si vive bene... al di là dei numeri.
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*Consigliamo la lettura del libro “Il salto dell’acciuga di Nico Orengo”