Contrazione importante per una delle (pochissime) entrate correnti delle Province in Italia. Si tratta della IPT, l'Imposta provinciale di Trascrizione, una tassa che grava sugli autoveicoli immatricolati in Italia.
Nel 2022 c'è stato un crollo delle immatricolazioni, prossimo alle 300mila unità. Nonostante il rialzo degli ultimi mesi, il saldo resta negativo (-9.7%) rispetto al 2021. Se si guarda al 2019, il calo è stato impressionante: -31%.
La crisi dei microchip ha generato una crisi dell’offerta senza precedenti. Ora si spera negli incentivi per rilanciare il mercato nel 2023, ma è davvero difficile immaginare di tornare ai volumi dello scorso decennio.
Tradotto: con il calo delle immatricolazioni e delle vendite, è crollata anche un'importantissima voce di entrata per le Province, che già non stanno benissimo sul fronte finanziario.
Quella di Cuneo ha perso a 2 milioni di euro nell'ultimo anno, pari al 10%.
Secondo il bilancio previsionale, le entrate per l'IPT saranno di 20 milioni di euro. Erano state di 22milioni l'anno precedente. "Con il crollo della vendita delle auto, la perdita media, per le Province, è stata del 42% rispetto a questa tassa. A noi è andata ancora bene, ci attestiamo sul 10%, ma al momento si tratta di previsioni. E comunque, due milioni di euro, vista la situazione in cui versano le finanze dell'ente, sono tantissimi. Quei soldi vengono usati per la gestione corrente, che include anche la manutenzione delle strade. Sono preoccupato", ammette il presidente Luca Robaldo.