A un occhio attento non sarà sfuggito che ormai da qualche tempo in via Vittorio Emanuele II (via Maestra per gli albesi) la saracinesca della storica pasticceria Cignetti è abbassata, come in piazza Rossetti sono chiusi i bar Rossetti e La Douce Maison: il primo per cambio gestione, il secondo non si sa ancora verso quale destino. Sempre nello spazio retrostante la cattedrale da alcuni mesi è poi chiusa la panetteria, mentre in via Cavour la cessazione di due storiche attività ha interessato prima lo storico negozio di confezioni da cerimonia Alessandria (leggi qui) e tocca ora la libreria Zanoletti (qui).
Naturale interrogarsi sullo stato di salute del piccolo commercio ai piedi delle cento torri, con dubbi presto fugati alla luce di argomentazioni che guardano non tanto alla mancanza di clientela o di incassi, quanto alla naturale conclusione del ciclo compiuto da alcune storiche insegne, come dalla considerazione che, perlomeno nel centro storico, a quelle chiusure susseguono in termini piuttosto sistematici altrettanto aperture di attività pronte a richiamare nuovi clienti in spazi sempre molto ambiti, e conseguentemente costosi per quanto riguarda passaggi di proprietà e canoni di affitto.
«Dietro la chiusura di attività commerciali anche storiche, possono esserci fattori non collegati necessariamente a uno scenario di crisi o incertezza - conferma il direttore dell’Associazione Commercianti Albesi Fabrizio Pace -. Come per le aziende di altro genere, anche per le realtà commerciali, e specialmente per quelle a conduzione familiare, a volte giunge il momento di mettere la parola 'fine' a una storia imprenditoriale anche gloriosa, per fattori legati ad esempio alla mancanza di ricambio generazionale o al trovarsi di fronte a offerte di acquisto importanti, che portano a individuare nella cessione dell’attività la soluzione migliore in quel momento».
Chiudere non significa uscirne sconfitti: «Da un punto di vista affettivo - continua il direttore - sicuramente dispiace non vedere più certe storiche insegne come anche persone che erano presenze amiche e abituali all’interno di quei negozi. Ma per fortuna, grazie a un tessuto economico sano e attivo, ad Alba le attività che chiudono sono subito sostituite da altre. Ci sono città nelle quali i cartelli “affittasi” o “vendesi” stanno appesi mesi e mesi. Ad Alba questo problema non c’è. Ad esempio al posto di Alessandria cerimonie aprirà a breve una nuova attività (si dice nel settore dell’igiene personale, ndr), al posto di Cignetti ci sarà un’altra rinomata pasticceria e in piazza Rossetti, in uno dei tre locali, aprirà un conosciuto produttore di farine e derivati».
«Ad Alba – prosegue il direttore Pace – abbiamo un ottimo assortimento di attività, con quelle legate all’enogastronomia che la fanno da padrona anche come conseguenza del crescente movimento turistico, per lo sviluppo del quale investiamo da anni energie e risorse, delle quali vediamo ora i frutti. Si tratta di positive ricadute economiche per tutti i settori di una città nella quale l’imprenditorialità non manca di certo e ha radici ben piantate a terra, grazie alla presenza di famiglie che credono nel lavoro. Come Aca siamo attenti e osserviamo i fatti».
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