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Attualità | 01 aprile 2023, 09:50

Bra, fede e tradizione per la solennità dell’Addolorata nella Via Crucis cittadina (FOTO)

Il rito sacro del 31 marzo presieduto da mons. Alessandro Giraudo: "Lo sguardo di Cristo è amore e dona la vita"

Nelle foto di Luciano Cravero, alcuni momenti del rito sacro

Nelle foto di Luciano Cravero, alcuni momenti del rito sacro

Cuore, partecipazione, coinvolgimento. Con la solennità dell’Addolorata nella Via Crucis cittadina della serata di venerdì 31 marzo, l’Arciconfraternita della Misericordia di Bra e l’Unità Pastorale 50 hanno dato il via al percorso di avvicinamento ai Riti della Settimana Santa.

Decine di fedeli in processione, alcuni cittadini sui balconi o appostati ai lati delle strade per assistere al passaggio del corteo presieduto dal vescovo ausiliare di Torino, monsignor Alessandro Giraudo, in una testimonianza di fede autentica, genuina, popolare.

Insieme al Vicario della Diocesi, c’erano anche il clero locale, tra cui don Giorgio Garrone, assistente ecclesiastico e padre spirituale dei Battuti Neri, don Gilberto Garrone, parroco di San Giovanni e don Riccardo Frigerio, direttore dei Salesiani, la confraternita del Battuti Bianchi, comunità parrocchiali, i fratelli ortodossi, le autorità cittadine con in testa il sindaco Gianni Fogliato ed i rappresentanti delle Forze dell’ordine.

Il fercolo con le statue dell’Addolorata e del Cristo morto è stato scortato per le vie del centro dal fiume di fedeli, aperto dai bambini recanti i simboli della passione di Cristo e chiuso dai rettori, Paolo Battaglino, Mauro Borgogno e Carmine Maffettone, con partenza dalla chiesa di San Giovanni Battista Decollato.

La luce dei cuori ha squarciato il buio delle strade della città. A vigilare sul serpentone di persone, è stata la Polizia locale, lungo un percorso che ha toccato via Moffa di Lisio, la chiesa di Sant’Andrea Apostolo, via Rambaudi, via Vittorio Emanuele II, la chiesa di San Giovanni Battista, via Marconi, la chiesa ortodossa di Santa Caterina, via Principi di Piemonte, via Audisio, via Vittorio Emanuele II, la chiesa di Sant’Antonino e la chiesa dei Battuti Neri.

Ad ogni stazione un momento di meditazione e riflessione, vissuto nel riverente silenzio per la sofferenza della Madre in piedi presso la croce da cui il Figlio era stato deposto, ben visibile nella regalità dei simulacri (opera di Carlo Giuseppe Plura, risalenti al XVIII secolo), recentemente oggetto di un accurato restauro: «È la bellezza della misericordia!», come ha detto il presidente dei Battuti Neri, Roberta Comoglio.

Nella chiesa di San Giovanni Battista Decollato, dove è stato fatto ritorno, monsignor Alessandro Giraudo ha impartito la benedizione eucaristica con il Santissimo Sacramento, ricordando che «Lo sguardo di Cristo è amore e dona la vita» e quindi l’invito a «Vivere da risorti e non da morti».

Al termine della celebrazione, il vescovo ha formulato gli auguri di una Pasqua piena di luce per poi prestarsi con grande generosità e gentilezza alla foto di rito tra confratelli e consorelle, tutti vestiti di nero secondo la storia e la tradizione.

Una storia che nasce nel 1587 e che guarda ancora lontano.


Silvia Gullino

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