Il tema del risparmio energetico è quanto mai attuale, come anche quello della sostenibilità. Ma cosa fare in concreto per difendersi dal caro bollette e al contempo ridurre l’impatto dei nostri consumi sull’ambiente? Ne parliamo con Massimo Marengo, imprenditore albese con alle spalle una pluridecennale esperienza nel settore delle energie rinnovabili, fondatore del gruppo Albasolar e della start-up AspecHome, che settimanalmente ci offrirà utili suggerimenti per risparmiare incrementando il comfort degli spazi in cui viviamo.
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Con l’atteso arrivo della bella stagione è forse utile aggiornare il nostro spazio settimanale parlando di raffrescamento e condizionamento: di come rendere confortevoli i locali nei quali viviamo e lavoriamo anche quando all’esterno le temperature si alzano. E di come farlo nel segno del risparmio energetico, della razionalizzazione dei consumi e, non ultimo, del rispetto ambientale.
Partiamo allora da chi oggi non ha un impianto di condizionamento e deve approcciarsi a questo tema. Quali sono le tecnologie oggi disponibili?
La prima è quella che porta ai classici "split", quei dispositivi che siamo abituati a vedere generalmente appesi ai muri, collegati a un’unità esterna funzionante tramite pompa di calore con inverter. Macchinari tutti in classe A, alcuni in classe AAA+ ad altissima efficienza. Una soluzione che consente di raffrescare o deumidificare il nostro locale e anche di riscaldarlo, alla bisogna.
Il loro limite, un difetto se vogliamo, riguarda proprio la presenza di un’ingombrante e antiestetica unità esterna che può servire uno o più split interni. Occorre trovare dove piazzarla e non sempre è facile. Superato questo ostacolo è bene sapere che in commercio si trovano dispositivi prodotti da diversi primari marchi, che è bene puntare su una pompa di calore ad altissima efficienza e che nel farlo si può mettere in conto la possibilità di una detrazione fiscale al 50% o al 65%: la prima soluzione è probabilmente la più utilizzata da privati e anche da società di persone, con la possibilità di recuperare metà della spesa sostenuto nell’arco di dieci anni.
Qual è l’alternativa a questa soluzione? Oggi ci sono in commercio apparecchi in qualche modo analoghi, ma privi di unità esterna. Assomigliano a un comune split, sono solo leggermente più grandi, e generalmente si posano a pavimento, ma è anche possibile mascherarli nelle pareti. Possono produrre aria calda o fredda e il loro indubbio vantaggio risiede proprio nel fatto che sono macchinari autonomi. Costano più dei primi e raggiungono una classe energetica che nel migliore dei casi arriva ad A+.
Terza opzione è quella dei condizionatori portatili, che in realtà negli ultimi anni sono abbastanza usciti dalle preferenze dei consumatori. Il loro pregio è quello di poterli spostare da un locale altro, ma certamente non sono molto pratici e nemmeno bellissimi da vedere.
Quarta e ultima opzione, quella di una pompa di calore che butti acqua fredda nel pavimento, ma anche questa è una strada poco percorsa, nella pratica.
Tirando le somme? Le prime due soluzioni sono ottimali, essendo ad oggi le più recenti ed efficienti. Possono coprire tutti i locali della nostra abitazione e i vantaggi dell’alta classe energetica possono essere massimizzati se abbinati alla presenza di un impianto fotovoltaico, capace di farli funzionare a costo zero nelle ore diurne, e meglio ancora mettendo in connessione i dispositivi della casa con un sistema di gestione intelligente dell’energia, in grado di azionarli in modo automatico e di farlo legando in modo specifico il loro funzionamento alla produzione da parte dei nostri pannelli solari, se presenti, con l’effetto di ottenere un raffrescamento dell’abitazione strategico anche negli altri orari, e di farlo in modo completamente automatizzato e indipendente anche quando siamo fuori casa, prima del nostro rientro.
Una simile soluzione può essere perseguita nella nostra abitazione di proprietà, ma ormai si tratta di una strada percorsa anche per quanto riguarda alloggi, uffici e negozi, vista la sempre più diffusa tendenza a installare impianti condominiali sui tetti degli edifici.
A chiudere il cerchio di una simile soluzione, la possibilità di integrare il nostro impianto già dotato di energy smart system con una una batteria di accumulo. Quest’ultima raccoglie l’energia prodotta in eccesso durante il giorno, mentre nelle ore serali alimenta i nostri dispositivi per il raffrescamento a servizio dei diversi locali della casa. Avere diverse unità indipendenti all’interno della casa consente di modulare l’impiego dei condizionatori a seconda dei locali che ci interessa servire, senza inutili sprechi, sfruttando al massimo la potenza che produciamo o accumuliamo.
Grazie a queste componenti – unità autonome, impianto fotovoltaico, batteria di accumulo ed energy smart system – è possibile arrivare al risultato di raffrescare la casa azzerando i costi di consumo, tenuto conto che nei mesi estivi i giorni di sole sono il 70-80%.
Il tutto con l’investimento di poche migliaia di euro, parlando di un’abitazione. E aggiungendo una spesa compresa tra i 5 e i 10mila euro se intendiamo integrare il nostro impianto col fotovoltaico.