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| 08 agosto 2023, 11:52

Se i luoghi della Malora cascano sulla gabella del dolce condiviso con doppio cucchiaio

Lo scontrino arriva da un ristorante-pizzeria dell’albese. I prezzi sono decisamente onesti, ma l’attenzione è tutta sui due cucchiai (e il sovrapprezzo di un euro e cinquanta) per dividersi una crema catalana. E così anche in provincia di Cuneo scatta lo “sdegno” dell’estate

Se i luoghi della Malora cascano sulla gabella del dolce condiviso con doppio cucchiaio

Non c’è conferenza stampa organizzata nell’area di Langa e Roero dove non venga citata dai relatori “La Malora” di Beppe Fenoglio . Si scomoda la letteratura per paragonare quei luoghi un tempo poveri e descritti in tutta la sua crudezza dallo scrittore albese, alla ricchezza che qui si è riusciti a generare facendo leva sugli straordinari paesaggi e su un’enogastronomia unica. 

Un modo per compiacersi, a buon diritto, sulle capacità di chi ha saputo vendere le sue eccellenze su un mercato turistico internazionale. 

Succede però che nelle, un tempo, umili lande fenogliane si scivoli su quella che sembra essere diventata la “gabella” dell’estate, almeno per il giornalismo italiano degli ultimi giorni. 

Parliamo di quel sovrapprezzo che i clienti si ritrovano con sorpresa sullo scontrino per un piatto condiviso.

Il caso eclatante risale a qualche giorno fa con il surplus di due euro sul conto finale per aver richiesto di dividere un toast sul Lago di Como, con esplicitata sulla ricevuta la voce “Diviso a metà”. Notizia ripresa e commentata da quasi tutte le testate e emittenti nazionali. 

Dal lago in Lombardia si passa al Mar Ligure, ma lo sdegno resta invariato. E così ieri (ma lo scontrino è datato 23 luglio) viene pubblicato sulla seguitissima pagina di Selvaggia Lucarelli uno scontrino di un’osteria di Finale Ligure che segnala un surplus di due euro per un, come si legge, "piattino condivisione" per far assaggiare, parrebbe, delle trofie al pesto ad un bambino.

E così la rabbia agostana straborda, affiorano scontrini di utenti che segnalano anomalie simili in tutta Italia, quella “sharing tax” che sconquassa l’estate, argomento da disaminare con dovizia sotto l’ombrellone.

Un caso simile è arrivato anche alla nostra redazione, pregandoci di non diffonderne il nome. Si tratta di un ristorante-pizzera dell’albese. I prezzi sono nella norma, ma sulla ricevuta “stona" quel surplus di un euro e cinquanta per due cucchiai, per dividersi una crema catalana.  

C'è da chiedersi se i vari rincari segnalati siano una novità o se il polverone sollevato dal toast di Como abbia in qualche modo scoperchiato il vaso di Pandora rendendo più attenti i clienti dei ristoranti. Ma ciò che sarebbe ancora più opportuno domandarsi è: questa pratica è lecita? 

Ma tant’è. Restiamo sulla “gabella”, come quella che secoli fa noi cuneesi pagavamo ai “genovesi” per portare il sale nelle nostre terre povere. Quel sale che i valmairini nascondevano con delle acciughe (meno pregiate) per evitare di pagare quella tassa salata.  

Fu con questo stratagemma che il pesce arrivò nelle cucine di tutto il Piemonte. E con il vitello tonnato, con la bagna caoda, con le anciuè al verde ora si fa "business” anche nelle crude terre della Malora.

Occorre ricordarlo quando passerà (presto) lo sdegno dell'estate.

Daniele Caponnetto

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