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Politica | 28 settembre 2023, 07:01

Chiara Gribaudo (Pd): “Se mi verrà chiesto di sfidare Cirio non mi tirerò indietro”

Per la prima volta nella storia ultracinquantennale della Regione Piemonte a contendersi la presidenza potrebbero essere due cuneesi. Nel centrosinistra è corsa contro il tempo per arginare altre fughe. A breve il “caso Piemonte” verrà affrontato anche sui tavoli romani del Nazareno

Chiara Gribaudo, deputata cuneese e vicepresidente nazionale del Partito Democratico

Chiara Gribaudo, deputata cuneese e vicepresidente nazionale del Partito Democratico

“Nessuno, nella mia posizione, può chiamarsi fuori. Siamo tutti e tutte a disposizione della comunità democratica perché il Piemonte sta andando male: la sanità fa acqua da tutte le parti. I piemontesi, a fronte di una situazione di questo tipo, non possono accontentarsi di annunci: servono servizi sanitari e sociali efficienti, trasporto pubblico per tutti i territori. È indispensabile che i fondi del Pnrr vengano ben utilizzati per rilanciare l’economia, tutte cose che la giunta Cirio non ha fatto e non sta facendo.

Sono a disposizione del partito”.

È abbastanza eloquente la risposta che dà Chiara Gribaudo, deputata cuneese e vicepresidente nazionale del Partito Democratico, quando le chiediamo se ci sono novità per quanto riguarda il possibile sfidante di Alberto Cirio alle regionali.   

Di più Gribaudo non dice ma - al di là delle dichiarazioni di circostanza che sempre caratterizzano il linguaggio politico - s’intuisce che qualcosa di nuovo sta succedendo nel Pd e in quel che resta del centrosinistra.

La generosa disponibilità di Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale, pare non sia stata sufficiente a scaldare i cuori e non ha determinato quella mobilitazione che ci si aspettava.

Inoltre, il non essere riusciti a creare una possibile rete di alleanze ha messo in agitazione, oltre alla segreteria regionale, guidata a Torino da Domenico Rossi, pure i piani alti del Nazareno a Roma.

Chiamatosi fuori dalla corsa Guido Saracco, rettore del Politecnico, nel Pd si avverte la necessità di addivenire, a stretto giro di posta, ad una soluzione che sia politicamente di “alto profilo”.

“È surreale – osservano dal partito - che Cirio, non ancora ufficialmente candidato, stia già predisponendo una propria lista. È in atto la narrazione di una situazione di governo piemontese che non sta né in cielo né in terra perché siamo di fronte ad una legislatura nel corso della quale non si è visto nulla, assolutamente nulla”.

Mentre il segretario piemontese Rossi, che ha inviato nei giorni scorsi un documento programmatico al Movimento 5 Stelle aspetta ancora una risposta, il “caso Piemonte” arriva sui tavoli del Nazareno.

Autorevoli indiscrezioni romane riferiscono che sarebbe proprio Chiara Gribaudo, in quanto vicepresidente nazionale del partito, la donna che la segretaria nazionale Elly Schlein vorrebbe mandare in campo in Piemonte ad affrontare una sfida ai limiti dell’impossibile.

Dal Pd piemontese è palpabile il nervosismo per non essere riusciti a cantierare in tempo l’auspicato “campo largo”, cosa che ha determinato la fuga dei Moderati di Mimmo Portas (da non confondersi con “Noi Moderati di” di Maurizio Lupi) e di Azione di Enrico Costa, già accasatisi con Cirio o in procinto di farlo.

Il tempo stringe perché c’è da recuperare il tempo perduto e da tessere le alleanze ancora possibili.

Vedremo come evolverà la situazione.

Per ora ci limitiamo ad una considerazione: se Gribaudo sarà in pista non ci saranno più alibi per dire che la Granda è politicamente irrilevante sullo scacchiere piemontese.

Non è infatti mai successo nella storia ultracinquantennale della Regione Piemonte (dal 1970 ad oggi) che i due principali contendenti alla presidenza fossero entrambi cuneesi.

Giampaolo Testa

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