Attualità - 28 ottobre 2023, 15:48

All'architetto Aymeric Zublena il Premio Gratitudine "per aver concepito un ospedale di territorio che dà luce alla cura”

Cerimonia nell’Auditorium dell’Ospedale Michele e Pietro Ferrero, venerdì 27 ottobre. Specialista della pianificazione degli spazi urbani, l’architetto e progettista dell'ospedale di Verduno è apprezzato in tutto il mondo per la sua idea di “medical route”

L’Auditorium all’ingresso Sud dell’Ospedale di Verduno ha ospitato, venerdì 27 ottobre alle 18.00, l’ottava edizione del Premio Gratitudine, appuntamento annuale che celebra la cultura del dono e l’importanza della riconoscenza nei confronti di chi la promuove e valorizza. Quando la solidarietà e il dono sono parte di una cultura diventano una forza potente e si esprimono in gesti in grado di cambiare in meglio il mondo. Sulla base di questa premessa l’ospedale, destinatario di innumerevoli e generose donazioni, continua a dire grazie.

Dal 2016 la Fondazione Ospedale Alba-Bra accorda il Premio Gratitudine a chi nel corso della propria vita si sia “contraddistinto per un’azione spontanea e incondizionata di alto valore sociale”.

Per aver concepito un ospedale di territorio che dà luce alla cura” è la motivazione con la quale il riconoscimento per l’anno 2023 è stato assegnato all’architetto di fama mondiale Aymeric Zublena.

Specialista della pianificazione degli spazi urbani, l’architetto e progettista dell'ospedale Michele e Pietro Ferrero è apprezzato in tutto il mondo per la sua idea di “medical route” che riconosce quanto il senso di benessere nello spirito contribuisca alla guarigione e si realizzi maggiormente in un ambiente luminoso e ricco di verde e per questo concepisce, nella progettazione degli ospedali, grandi gallerie di luce naturale e continuità degli ambienti interni con gli spazi esterni. Nella storia dell’architettura degli ultimi 50 anni lascia certamente il segno l’Ospedale Europeo Georges Pompidou di Parigi, esempio illustre di questa sua filosofia, ma questi stessi criteri sono stati rispettati anche nell’ideazione dei luoghi dell’Ospedale di Verduno. I paesaggi del territorio UNESCO di confine tra Langhe e Roero completano l’obiettivo.

Intervistato durante le fasi di realizzazione del nosocomio, Zublena disse di credere al fatto che “il malato guarisca più rapidamente quando ritrova un ambiente amico e famigliare, rifinito gradevolmente, con luce e verde tutto intorno”.

Nel corso della sua lunga carriera Zublena partecipa a diverse tendenze e movimenti architettonici, mantenendo sempre la propria singolarità, e arriva a realizzare oltre 100 opere tra cui edifici e infrastrutture molto famose – la copertura dello Stadio di Francia, il sistema di sollevamento del Ponte di Rouen e progetti internazionali come la copertura a mezzaluna dello Stadio Ataturk di Istanbul. Oggi l’architetto ha 87 anni, ma trascorre ancora volentieri parte del suo tempo in pubblico. Alla platea affida l’esempio di come, con concrete azioni individuali e come comunità, possiamo donare il nostro tempo, le nostre risorse o le nostre competenze agli altri.

Nel corso della cerimonia vengono ripercorse tutte le tappe che hanno portato alla realizzazione dell’Ospedale di Verduno, dalla chiusura della raccolta firma ad opera del primo comitato promotore il 30 giugno 1993 – raccolse 24.000 firme a favore di un ospedale unico di territorio tra le allora Ussl 64 Bra e Ussl 65 Alba – fino all’inaugurazione sotto la direzione dell’attuale Direttore Generale dell’ASL CN2 Massimo Veglio, durante la fase acuta della pandemia da covid-19.

Non sempre gli ospedali sono ospitali ma questo lo è, è fedele al suo nome, si prende cura dell'interiorità oltre che delle malattie dei corpi”. Queste parole del professor Vito Mancuso, ospite della Fondazione Ospedale Alba-Bra lo scorso 27 settembre, risuonano per molti dei presenti e vengono ampliate a più riprese da chi interviene.

In particolare, come da tradizione, la cerimonia di consegna del Premio Gratitudine ospita una lectio magistralis: quest’anno è toccato al Professor Stefano Capolongo, architetto e Professore Ordinario di Hospital Design e Urban Health presso il Politecnico di Milano, dove è anche Direttore del Dipartimento Architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito (ABC).

Tutte le architetture sono sociali, ma forse ospedale è tra le più rappresentative”, dice il professore. A più riprese ritorna il tema dell’importanza della bellezza e dell’umanizzazione, ma anche l’elogio alla capacità di un ospedale di dimostrarsi resiliente e pronto ad accogliere le nuove sfide che il futuro, con la propria innovazione tecnologica e le mutate esigenze, possa presentare.

Gli elementi dell’architettura partecipano all’umanizzazione, nelle parole di Zublena stesso: “La qualità integrativa dell'edificio si esprime innanzitutto nel rispetto dell'ambiente naturale in modo tale che le sue considerevoli dimensioni non alterino significativamente il sito. I volumi ospedalieri devono entrare in risonanza con la morfologia del terreno”, continua: “La precisione dei circuiti, i percorsi e la luce naturale avranno conseguenze sull'efficacia dell'atto medicale e sul conforto e qualità di vita dei malati e di tutte le persone che vi lavorano. Allo stesso tempo il concetto di galleria medica favorisce una chiara e facile accessibilità ai reparti e fa anche entrare massima luce e apre le prospettive sul fiume Tanaro e sulle colline”.

L’evento, andato presto sold out, si conclude tra gli applausi a Aymeric Zublena che, a sua volta, ringrazia una lunga lista di collaboratori e amici e si congeda appellandosi alle autorità affinché prevedano già da ora direttive per scongiurare un’urbanizzazione disordinata delle aree vicine all’ospedale e, si raccomanda, di “proteggere le prospettive verso il Tanaro, Santa Vittoria e le colline, magari immaginando un lungo viale urbano”.

Prossimo appuntamento presso l’auditorium dell’Ospedale Michele e Pietro Ferrero il 27 novembre alle ore 17, con partecipazione gratuita previa iscrizione, si parla di AI, nota ai più come intelligenza artificiale.

Eleonora Ramunno