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lavocedialba.it | 07 novembre 2023, 09:50

Elezioni regionali, i 5 Stelle lasciano poche speranze a Pd e centrosinistra

La trattativa per dar vita ad un’alleanza non è mai realmente decollata. Nessun tavolo nè romano né piemontese è stato sinora attivato e i segnali che arrivano dal gruppo pentastellato in Consiglio regionale non sono all’insegna dell’ottimismo

I tre consiglieri regionali 5 Stelle. Da sx: Ivano Martinetti, Sarah Disabato, Sean Sacco

I tre consiglieri regionali 5 Stelle. Da sx: Ivano Martinetti, Sarah Disabato, Sean Sacco

Questo matrimonio non s’ha da fare.

Non ci sono di mezzo “bravi” di manzoniana memoria, ma soltanto interessi elettorali che confliggono e proprio per questo le diplomazie non sono riuscite a produrre alcunché. Se Pd e centrosinistra pensavano che il Movimento 5 Stelle aspettasse solo un loro schioccare di dita per dar vita ad un’intesa per le regionali 2024 dovranno ricredersi.

 “A noi i nomi non interessano. Stiamo lavorando sui temi che più ci stanno a cuore, vale a dire sanità, trasporti, transizione ecologica… che saranno i capisaldi del nostro programma elettorale”: così afferma Sarah Disabato, capogruppo regionale e coordinatrice piemontese del Movimento, lasciando con ciò intendere di non avere preferenze per Chiara Gribaudo o Daniele Valle, i due esponenti del Partito Democratico che si sono fatti avanti per sfidare il candidato in pectore del centrodestra Alberto Cirio. 

“C’è chi si concentra sui nomi e chi invece, come noi, lavora sui programmi. Il mese di novembre sarà dedicato a questo. Ogni riflessione sarà successiva all’elaborazione di questi; poi – osserva - vedremo come evolveranno le cose”.

La capogruppo pentastellata non fa cenno al documento inviatole un mese fa dal segretario regionale Pd Mimmo Rossi Non si può pensare che non sia stato letto, ma il silenziosi in proposito è un segnale per dire che le proposte avanzate sono state ritenute inadeguate. Disabato lascia capire che la questione alleanze non rientra nelle sue competenze ma è affidata al livello romano.

Dal fronte Pd, dove dalla segreteria nazionale è arrivato uno stop alle primarie che Rossi avrebbe voluto il 17 dicembre, non si registrano novità di sorta. Restano in pista Gribaudo e Valle: nessuno dei due ha fatto passi avanti così come nessuno ne ha fatto uno indietro per cedere posto all’altro.

La situazione nel centrosinistra è di assoluta stasi, ma viene da considerare che l’aver portato la questione a Roma se da un lato ha tolto le castagne dal fuoco a qualcuno, dall’altro ha fatto sì che la partita si incagliasse. Tutto – a questo punto - fa pensare che ogni decisione verrà rinviata al nuovo anno.

Ciò che appare difficile da ipotizzare è che M5S e Pd riescano a raggiungere un’intesa, perlomeno nei termini ipotizzati dal Pd, convergere cioè su di un loro candidato presidente. I pentastellati, per quanto poco organizzati, sanno che il Partito Democratico è ancora alle prese con i postumi delle vicende congressuali e lo scontro tra l’ala di Schlein e quella di Bonaccini è tutt’altro che concluso.

Partendo da questo assunto maramaldeggiano. Sanno che i sondaggi li danno in leggera salita e faranno di tutto per cercare di erodere qualche percentuale al Pd in Piemonte così come in altre regioni.

Per motivare il mancato matrimonio verranno addotte mille ragioni, ma crediamo di non essere distanti dalla verità se diciamo – pronti peraltro ad essere smentiti - che la causa vera sia da ricercare proprio in questa manciata di voti.


Giampaolo Testa

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