Non ha voluto mancare il presidente della Regione, Alberto Cirio, alla partenza dell'abete che adornerà ed illuminerà la piazza del Vaticano nelle imminenti festività natalizie.
Un avvenimento che ha suscitato emozioni contrastanti nell'opinione pubblica del cuneese, divisa tra chi si sente giustamente inorgoglita dalla visibilità che questo avvenimento porta alla Val Maira, contrapposto al disaccordo di tutti coloro i quasi sui social si sono scatenati asserendo che il taglio di un albero non è mai cosa da festeggiare.
Il presidente della Regione ha voluto far chiarezza in merito: "In Piemonte non si tagliano gli alberi a caso - le sue parole - Questo è un abete che purtroppo aveva un destino segnato, in quanto i Vigili del Fuoco avevano segnalato un rischio di cedimento e quindi avrebbe dovuto essere comunque abbattuto. Pertanto, di concerto con il sindaco di Macra, abbiamo deciso di farlo "rivivere" donandolo al Papa".
Cirio ha poi spiegato i prossimi passaggi dell'"albero di Macra": "Verrà acceso il 9 dicembre alle 17 e porterà la Val Maira, la provincia di Cuneo ed il Piemonte ad illuminare il Natale degli italiani. Credo sia il segno più bello, fatto nel rispetto dell'ambiente visto che quando avrà cessato di abbellire piazza san Pietro sarà abbattuto e quindi trasformato in giocattoli che saranno donati a bambini in difficoltà. Questo significa rispettare l'ambiente dall'inizio alla fine".
"È stato un grande lavoro con la preziosissima collaborazione dei Vigili del Fuoco, senza i quali non sarebbe stato possibile portarlo a termine - sono state invece parole del sindaco di Macra, Valerio Carsetti -. È il riscatto della nostra valle ed il nostro non è stato uno sfizio. Vogliamo che la gente torni a popolare questi posti. Da noi sta aprendo un rifugio naturalistico, abbiamo ripreso a coltivare le viti quando nessuno ci credeva, le opportunità non mancano"
Presente anche chi questo albero lo ha materialmente "scovato"": è Don Graziano Einaudi, il parroco che ha girato in lungo ed in largo le montagne intorno a Macra: "Quando mi sono trovato di fronte all'albero mi sono detto: non può che essere quello giusto'. Un'emozione grandissima vedere un albero proveniente da una valle povera che andrà ad illuminare un luogo tanto prestigioso".