Allarme sanitario in arrivo nuovamente dalla Cina, dove le autorità hanno segnalato un aumento delle malattie respiratorie in alcune città nel Nord del Paese. In particolare, si parla di un’epidemia di polmonite tra i bambini. La notizia sta rimbalzando da molte ore su tutte le principali testate europee e, inevitabilmente, cresce la preoccupazione.
L'OMS ha chiesto alla Cina di fornire informazioni dettagliate in merito sugli agenti patogeni e sul conseguente carico ospedaliero.
Si tratterebbe di agenti patogeni noti, tra cui l'influenza, la SARS-CoV-2, l'RSV e il mycoplasma pneumoniae, un batterio responsabile della cosiddetta polmonite atipica, la più subdola e difficile da diagnosticare.
"Si tratta di un batterio molto conosciuto, a meno che non si tratti di una variante - ha evidenziato il primario del reparto di Terapia Intensiva Neonatale dottor Andrea Sannia, interpellato sul tema.
"Colpisce soprattutto i bambini, perché hanno un sistema immunitario meno esperto. Gli adulti sono quasi sempre immuni. Più che il tipo di malattia in sè, può preoccupare l'eventuale esplosione di casi. Penso a quello che è successo qui con le bronchioliti da virus respiratorio sinciziale, a inizio 2022. Il periodo di restrizioni aveva inevitabilmente indebolito la nostra capacità di rispondere agli attacchi di agenti patogeni e questo, con la ripresa di una vita sociale, aveva comportato un aumento importante dei casi e un vero e proprio boom di casi gravi nei bambini più piccoli, che hanno un sistema immunitario ancora immaturo. E' possibile che in Cina stia accadendo la stessa cosa: dopo anni di restrizioni, un batterio noto, principale responsabile della polmonite atipica, sta approfittando della ripresa della socialità attaccando in modo diffuso i soggetti meno pronti a livello immunologico".
I bambini, appunto. "Credo che in Cina stia accadendo questo".
"Tengo ad evidenziare - conclude Sannia - che nel reparto che dirigo siamo sempre in allarme o in emergenza, qualunque sia il virus o il batterio con il quale dobbiamo confrontarci. Ogni bambino che accede alla Terapia intensiva neonatale con sintomi respiratori, viene subito trattato per polmonite. Non si può in alcun perdere tempo, in particolare se parliamo di bambini che hanno poche settimane di vita".
Sul tema anche la dottoressa Eleonora Tappi, primario della Pediatria, conferma quanto detto dal collega. Non solo, evidenzia come si tratti di un batterio conosciuto che colpisce soprattutto i bambini dai 5 anni all'inizio dell'età adolescenziale. "Si cura con antibiotici di larghissimo consumo. A differenza del Covid, di cui non si sapeva niente".