Quello che un mese fa Daniele Valle, esponente Pd e vicepresidente del Consiglio regionale, aveva derubricato a “chiacchiericcio”, col passare delle settimane torna d’attualità.
L’ipotesi di Federico Borgna candidato “civico” a presidente della Regione - non già di un “campo largo” ma piuttosto di un’ “area vasta” di centro/centrosinistra - fa di nuovo capolino.
Il Pd piemontese, dopo l’alt alle primarie arrivato dal Nazareno, si è incagliato.
I due possibili candidati alla presidenza, la deputata cuneese Chiara Gribaudo e il consigliere regionale Daniele Valle, si studiano non sapendo che pesci pigliare.
Sono immobili, quasi pietrificati in quella situazione che nei duelli dei film western viene definita di “stallo alla messicana”.
Si attende una voce da Roma che dica se dai 5 Stelle è in arrivo un segnale, per quanto timido, che faccia capire se il matrimonio col partito di Conte s’ha o no da fare.
Ma più passa il tempo e più in casa Pd si raffreddano gli entusiasmi, così come sembra essere caduto nel vuoto l’appello lanciato dal consigliere regionale albese Maurizio Marello, il quale aveva invitato il suo partito ad assumere quanto prima una qualche iniziativa politica.
Constatato che questa manca, c’è chi sta cercando di supplirvi.
Sabato a Torino, durante l’assemblea regionale di Italia Viva (il partito di Matteo Renzi), la deputata e referente regionale Silvia Fregolent, supportata dal coordinatore cuneese Francesco Hellmann, è tornata a mettere sul tavolo il nome dell’ex sindaco di Cuneo.
La sortita resa pubblica in assemblea fa seguito ad un incontro svoltosi la scorsa settimana col presidente dei senatori renziani Enrico Borghi.
Borgna a quell’incontro non era presente ma a rappresentarlo c’era il suo mentore, Giovanni Quaglia, il quale – liberato (obtorto collo) dagli impegni in Fondazione CrT – sta mostrando una gran voglia di tornare alla politica.
Sarà pur vero che il vecchio leone democristiano non ha più gli artigli di un tempo, tuttavia ha ancora un certo qual peso e non solo nella sua provincia.
Il fatto che un personaggio come lui si sia esposto in prima persona fa presagire che qualcosa si sta muovendo (per quanto sotto traccia) in un centrosinistra finora incerto e titubante.
Ma c’è di più: l’ipotesi civica comincia a non essere più disdegnata anche in alcuni ambienti Pd, che l’accarezzano come l’unica via possibile per uscire dalle sabbie mobili.
Se un personaggio come il segretario provinciale cuneese Pd Mauro Calderoni confida di guardare con attenzione a quest’eventualità, è difficile che Chiara Gribaudo si metta di traverso, qualora constatasse che per lei la strada regionale non è più percorribile.
É sul “nodo Gribaudo” che si vedrà, dopo le festività, come evolverà la questione.
Il Partito Democratico non può indugiare all’infinito con un avversario come Cirio lanciato da mesi in campagna elettorale ai mille all’ora.
D’ora in poi ogni settimana che passerà senza assunzione di decisioni, apparirà – agli occhi dell’opinione pubblica piemontese – come un’ammissione se non di resa almeno di impotenza politica.
Borgna continua a sognare la Fondazione Cuneo e fa il sornione, ma Quaglia lavora per lui e “insieme” a lui.
È appena un caso se l’associazione cui l’ex sindaco ed ex presidente della Provincia ha aderito si chiama appunto… “Insieme”.
Nessuno lo ammetterà, ma se il presidente Quaglia – che di queste cose se ne intende – gli ha spiegato che è “meglio un uovo oggi che una gallina domani”, Borgna se ne farà una ragione e prima di dire no ad una candidatura alla presidenza della Regione ci penserà non una ma dieci volte.
Una congiuntura astrale favorevole fa sì che – comunque si giri la frittata regionale – è sempre la provincia Granda a mettere in campo candidati presidenti siano essi di destra, di sinistra o “civici”.