Bra, 29 dicembre 1336. In quella data è avvenuto un fatto straordinario e meraviglioso che ogni anno, ogni domenica, ogni giorno, porta tante persone al cospetto di Maria nel bellissimo Santuario a lei dedicato. Faro che ancor oggi splende luminoso nella notte più buia.
Le cronache narrano come la Madre di Dio salvò la giovane e gravida Egidia Mathis dalla violenza di due masnadieri, facendo anche fiorire il vicino pruno selvatico. A distanza di quasi sette secoli, la tradizione rimane la stessa, con i fiori che ancora trionfano nelle fredde notti invernali.
La Festa dell’Apparizione è una ricorrenza molto cara ai braidesi (e non solo) che negli ultimi giorni dell’anno si raccolgono con fede e devozione attorno alla Madonna dei Fiori, ricordando proprio il miracolo avvenuto 687 anni fa.
La solennità è in calendario nella giornata di venerdì 29 dicembre e sarà preceduta dal tradizionale Triduo di preghiera, arricchito dalla predicazione del direttore dei Salesiani di Bra, don Riccardo Frigerio, sul tema: “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39), ricordando la GMG di Lisbona.
Si comincia martedì 26 dicembre (Santo Stefano) alle ore 8 nel Santuario Antico con la Santa Messa e si prosegue nel pomeriggio al Santuario Nuovo con il Rosario alle ore 17 e la Messa predicata alle ore 17.30.
Mercoledì 27 dicembre (San Giovanni Apostolo ed Evangelista) in programma la Santa Messa alle ore 8 nel Santuario Antico, mentre nel Santuario Nuovo l’appuntamento è alle ore 17 con il Rosario e alle ore 17.30 con la Messa predicata.
Giovedì 28 dicembre (Santi Innocenti martiri), Santuario Antico: Santa Messa ore 8 e poi ore 10 con l’animazione di FederVita; in Santuario Nuovo ore 17 Rosario e ore 17.30 Messa predicata.
Venerdì 29 dicembre si festeggia l’apparizione della Beata Vergine dei Fiori, con meditazione su tema “Santuario, sorgente di santità”, ricordando le figure di santi e beati che hanno attinto grazia al Santuario braidese. Ore 9 Santa Messa nel Santuario nuovo, cui seguirà, alle ore 10.30 la funzione solenne presieduta da monsignor Marco Mellino con don Guido Colombo SSP; ore 15 Adorazione; ore 17 Rosario; ore 17.30 Santa Messa presieduta da don Claudio Berardi in ricordo dei Rettori e benefattori defunti.
Una storia da raccontare: l’apparizione
La sera del 29 dicembre 1336, una giovane prossima al parto, Egidia Mathis, stava rientrando a casa. A circa mezzo miglio dalla città, la donna, volendo rivolgere una preghiera a Dio e ringraziarlo della giornata, si fermò davanti a quell’edicola dedicata alla Vergine. Nella nicchia era dipinta una Madonna col bambino in braccio. Egidia si fermava spesso davanti a quell’icona e quel giorno non mutò le sue abitudini, benché avesse visto che lì vicino stazionavano alcuni soldati. Questi ultimi, guidati da languide intenzioni, appena la giovane si inginocchiò, cercarono di possederla.
Disperata, Egidia si abbarbicò al pilone e gridò: «Maria!». Dal folto del bosco emerse una dignitosa matrona. Emanava una luce tale da far fuggire precipitosamente i malintenzionati. Egidia cadde a terra in preda alle doglie del parto, anticipato dallo spavento. Nella neve, la sconosciuta «provvide abbondantemente ai bisogni dell'accelerato parto e, continuando la pietosa opera, fu tutta intenta a provvedere i lini opportuni al neonato ed a ristorare la madre».
Poi, com'era apparsa, scomparve, senza lasciare ad Egidia il tempo di ringraziarla e di chiederle il nome. Ripresasi dalla straordinaria esperienza, Egidia corse verso il paese col neonato in braccio. Giunta a casa, raccontò tutto ai parenti e agli amici, che, per verificare l’accaduto, si recarono subito sul luogo in cui si era svolto l'incontro con la Madre di Dio.
Lo stupore di Egidia e dei presenti fu grande quando si resero conto che gli alberi di pruno, che circondavano l’edicola, avevano subìto una prodigiosa trasformazione. Le piante erano completamente fiorite (tutti i suoi rami erano ornati di fiori dalle bianche corolle sbocciate improvvisamente, che risultavano ancor più appariscenti in assenza di foglie) nonostante fosse pieno inverno.
Oggi, come allora, c’è ancora chi cerca di trovare una spiegazione scientifica e razionale a questo fenomeno. Nelle more, non rimane che godersi questo piccolo spettacolo della natura, offerto dalla divina grazia.