La stretta creditizia e nuove nuvole nere all'orizzonte fanno temere una nuova fase di recessione, che potrebbe avere conseguenze anche sul settore immobiliare, così da rendere per molti più difficile acquistare casa o accendere un mutuo. Ed allora una indagine completa sul settore dei mutui ipotecari deve prendere in esame anche il profilo socio-demografico di coloro che sottoscrivono i finanziamenti. Kìron, storico partner di Tecnocasa, ha analizzato le caratteristiche di coloro che in Piemonte si muovono sul mercato del credito in un contesto economico in evoluzione.
La rilevazione prende in esame diversi parametri: area di provenienza, localizzazione in cui è avvenuta la stipula, età anagrafica e professione di coloro che hanno sottoscritto un finanziamento ipotecario attraverso le agenzie di mediazione creditizia del Gruppo Tecnocasa, Kìron ed Epicas.
Origine
In Piemonte vengono finanziati principalmente cittadini italiani, infatti l'81,0% dei mutui è stato erogato a persone di origine italiana, ma stanno aumentando le percentuali degli stranieri: attualmente quasi il 12,8% è rappresentato da cittadini europei e 6,2% è rappresentato da immigrati extra-europei. Le nazionalità più rappresentate sono quelle rumena, albanese e moldava, mentre la maggior parte dei non europei proviene dall’Asia, seguiti a brevissima distanza dai latinoamericani e dagli africani.
Età
L’età media di chi ha sottoscritto un mutuo in Piemonte nel 2022 è 40,4 anni. L’analisi per fasce d’età mostra che il 33,5% della popolazione ricade nella fascia più bassa, 18 - 34 anni; il 34,3% ha un'età compresa tra 35 e 44 anni; il 21,5% ricade nei 45 - 54 anni; l'8,9% si colloca nella fascia 55 - 64 anni; l'1,9% ricade nella fascia più alta, 65 ed oltre.
Professione
Dall’analisi della professione del mutuatario emerge che la sicurezza economica è tra gli elementi fondamentali richiesti dagli istituti di credito per erogare un finanziamento. Tale caratteristica identifica l'85,5% del campione (dipendenti a tempo indeterminato e pensionati), a fronte del 9,6% di chi ha un contratto di lavoro flessibile (liberi professionisti/lavoratori autonomi e titolari d’azienda) e del 3,2% di lavoratori a tempo determinato.