L’anno appena iniziato sarà caratterizzato da una serie di appuntamenti politico-istituzionali quanto mai interessanti.
A giorni partiranno le lettere della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo indirizzate ad enti e associazioni che dovranno designare i propri rappresentanti in seno al Consiglio generale, atto propedeutico al rinnovo della presidenza e del consiglio di amministrazione di quello che – non a torto - viene ritenuto il vero (e ormai unico) forziere della Granda.
A fine aprile, dopo l’approvazione del bilancio consuntivo 2023, si procederà al rinnovo dei vertici.
Una partita che, temporalmente, s’interseca con le candidature per le elezioni europee, regionali e comunali, che, per quella data, dovranno essere state decise.
Qualcuno ha definito la concomitanza come la “tempesta perfetta”, destinata a ridisegnare la mappa del potere politico-economico in provincia.
Per la Fondazione i giochi sono in alto mare anche se, tra le righe del nuovo statuto, si percepisce che voce in capitolo l’avrà ancora chi oggi ne detiene le redini.
Con l’introduzione delle “terne”, la scelta di alcuni componenti del nuovo consiglio generale sarà in qualche misura condizionata dagli uscenti.
Infatti, le modifiche apportate allo statuto offrono al presidente in carica, Ezio Raviola e ai suoi due vice, Enrico Collidà e Francesco Cappello, carte tali da poter fungere da mazzieri.
Ricordiamo che la Fondazione CrCuneo è da sempre considerata la “madre di tutte le battaglie”, dal momento che la presidenza conta almeno quanto un assessorato regionale se non di più, data la rilevante capacità di erogazione che essa ha sul territorio.
Vedremo nelle prossime settimane come si muoverà la politica, che finora è rimasta acquattata.
Il personaggio che non starà certo con le mani in mano è il presidente forzista della Regione Alberto Cirio, ma anche i big di Fratelli d’Italia, partito di maggioranza relativa dopo le ultime elezioni politiche, vorranno dire la loro.
Per contro anche il centro-sinistra vorrà giocare le sue carte.
A rappresentare quest’area, intesa in senso estensivo, l’ex sindaco di Cuneo ed ex presidente della Provincia Federico Borgna, che ha nell’ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino Giovanni Quaglia uno sponsor di comprovata abilità diplomatica su questo terreno.
A confortare Borgna nella sua scalata a via Roma sembra reggere l’accordo intercorso a Cuneo nel 2022 quando il Pd – in occasione delle ultime amministrative – ottenne il via libera dai centristi alla sindacatura di Patrizia Manassero.
In lizza – come noto – c’è anche il presidente della Camera di Commercio, Mauro Gola, già presidente di Confindustria Cuneo, uomo che non ha una specifica collocazione politico-partitica ma è pur sempre riconducibile ad un’area di centrodestra.
Si dice sia lui l’uomo su cui Cirio punta.
Gola, tuttavia - secondo alcune correnti di pensiero - sarebbe incompatibile, anche se illustri precedenti nelle vicende delle Fondazioni (il caso Chiamparino alla Fondazione CrTorino lo certifica) dimostrano come le norme si applichino per gli avversari mentre per gli amici si… interpretino.
Vedremo.
Accanto a queste considerazioni – tutte da decrittare - ve ne sono altre di natura geo-politica che richiederanno confronto tra Cuneo, Alba e Mondovì.
Un peso rilevante per le future posizioni apicali lo avranno proprio le nomine in capo a queste tre amministrazioni comunali.
Per Cuneo – salvo terremoti - sembra scontata la designazione di Federico Borgna.
Per Alba si parla della possibile riconferma dell’attuale vicepresidente Francesco Cappello ma si chiacchiera anche del possibile arrivo di Mariano Rabino, da maggio 2022 presidente dell’Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero, anche se le preferenze di Cirio pare siano indirizzate su Leonardo Prunotto.
Per Mondovì si vocifera di un ex sindaco, il predecessore di Luca Robaldo, Paolo Adriano.
I bene informati dicono però che quest’ultimo possa rientrare nella terna che la Provincia, entro il 31 marzo, dovrà proporre alla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
Tra un paio di mesi - a fine febbraio - quando le nomine arriveranno sul tavolo del direttore generale Roberto Giordana e del suo staff il quadro sarà più chiaro.
Tra febbraio e marzo, frattanto, cominceranno a delinearsi le candidature per le europee, le regionali e nei quattro maggiori Comuni della Granda, Alba, Bra, Fossano e Saluzzo in cui si andrà al voto.
Il 9 giugno, a poco più di un mese di distanza dalla data del rinnovo della Fondazione CrC, ci sarà l’election day che riguarderà il Parlamento Europeo, il Consiglio regionale del Piemonte e le amministrative in 172 su 247 Comuni, cioè i due terzi delle amministrazioni comunali della provincia.
Non si può non pensare che le due partite – pur diverse tra loro – non si intersechino e non si condizionino reciprocamente.