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Attualità | 04 gennaio 2024, 11:17

Meteo impazzito: in Piemonte il 2023 è stato il secondo anno più caldo dal 1958

A superarlo solo il 2022, in un trend recente che fa pensare. La temperatura media è stata di 11,2°, più alta di 1,3 gradi rispetto al passato

Meteo impazzito: in Piemonte il 2023 è stato il secondo anno più caldo dal 1958

Mai così tanto caldo dal 1958: lo dicono i dati di Arpa Piemonte riferiti al 2023. Dal punto di vista meteorologico, infatti, l’anno che si è appena concluso è stato il secondo più caldo dopo il 2022 nella distribuzione storica compresa tra il 1958 e il 2023.

La temperatura media annuale di circa 11.2°C è stata superiore di 1.3 °C rispetto al periodo climatico di riferimento (il trentennio 1991-2020, con una media climatica di circa 9.9°C).

Precipitazioni in (lieve) calo ma grande siccità fino ad aprile

Dal punto di vista delle precipitazioni cumulate annuali in Piemonte, il 2023 ha registrato una precipitazione media di 943.8 mm, con una lieve anomalia negativa dell’8% rispetto alla norma del periodo 1991-2020, pari a 1028.8 millimetri. I fenomeni precipitativi invece sono stati molto scarsi fino ad aprile con una cumulata di soli 77 millimetri al 19 aprile, per poi riassestarsi sulla media a metà giugno con 423 mm.

L’estate ha avuto precipitazioni sporadiche con diversi eventi molto intensi e localizzati.

L’autunno 2023 e poi l’inizio dell’inverno 2023-2024 si sono rivelati abbastanza asciutti, e nell’ultimo periodo dell’anno soltanto le creste settentrionali e nordoccidentali di confine con Francia e Svizzera hanno registrato precipitazioni di rilievo.

La nebbia quasi non si vede più

Gli episodi di nebbia sono risultati inferiori rispetto alla climatologia recente del periodo 2004-2022, con 89 giorni di nebbia ordinaria (visibilità inferiore a 1 chilometro) e una diminuzione del 26% rispetto ai 121 giorni annuali attesi.

Aumenta il vento caldo

Gli episodi di foehn annuali sono risultati 92, decisamente superiori ai 66 della media annuale del periodo 2000-2020 e rappresentano anche il numero annuale massimo dal 2000.

Effetto positivo sull'aria

Proprio la riduzione dei giorni di nebbia e l’aumento degli episodi di foehn hanno avuto un effetto positivo: hanno infatti contribuito a creare condizioni favorevoli alla dispersione di inquinanti.

Nel corso del 2023, complice anche la meteorologia dell’anno, l’analisi preliminare dei dati evidenzia un miglioramento medio delle concentrazioni annuali sia di PM10 che di PM2,5 ed una diffusa diminuzione delle giornate di superamento del valore limite giornaliero del PM10. In particolare, il numero di giornate massimo consentito (35 giorni/anno) con concentrazioni superiori al valore limite di 50 µg/m3, è stato rispettato in 30 punti di misura sui 32 valutati, a fronte dei 20 punti di misura del 2022 e dei 19 del 2021.

Massimiliano Sciullo

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