Pollini in anticipo anche nel Cuneese.
Gli eccezionali eventi di caldo registrati dalle stazioni meteorologiche di Arpa Piemonte l'8 ottobre e il 23 dicembre scorso, che è risultato il più caldo della serie storica dal 1958, hanno confermato anche quest'anno un trend decennale nel processo di liberazione del polline, sia rispetto alla quantità di polline prodotto e al relativo andamento della pollinazione. I dati raccolti dalla rete di monitoraggio pollinico piemontese hanno rilevato nel dicembre la ripresa vegetativa di alcune famiglie e generi botanici.
In particolare, nelle stazioni di Cuneo, Novara e Omegna si è manifestata la ripresa vegetativa del “Corylus avellana L.”, comunemente conosciuto come nocciolo, il cui andamento si è poi intensificato a gennaio, come si può evidenziare dai primi due bollettini dell’anno.
Al fine di valutare possibili effetti dei cambiamenti climatici, Arpa Piemonte ha realizzato questo studio sul ciclo del polline delle Corylaceae, di cui il nocciolo fa parte, analizzando alcune variabili meteorologiche strettamente correlate alla fenologia della pianta.
Secondo Barbero direttore generale di Arpa Piemonte: “L’anticipo di pollinazione, chiaro indicatore del cambiamento climatico, è un fenomeno caratteristico di interazione fra il ciclo biologico, in questo caso il nocciolo, e le variazioni ambientali, meteorologiche in particolare. Nel dicembre scorso – ha spiegato - si sono registrate temperature molto calde per il periodo, legate ad episodi frequenti di foehn associati ad un rialzo termico anomalo. Questo ha determinato una ripresa vegetativa anticipata per il nocciolo, il cui polline è stato rilevato dai nostri campionatori. Una fioritura anticipata – ha concluso Barbero -, peraltro, è stata osservata anche nell'ultimo decennio con un anticipo medio della stagione pollinica di circa 5-10 giorni”.
Le temperature da dicembre (dell’anno solare precedente) ad aprile, quindi, sono importanti per la fioritura e per la fogliazione del nocciolo in Piemonte. Le variabili meteorologiche prese in considerazione, quindi, sono la somma termica e il fabbisogno di freddo, elaborate dai dati estratti dalle tre stazioni meteorologiche di Omegna Lago d’Orta (VCO), Cameri (NO) e Cascina Vecchia (CN) rappresentative delle rispettive stazioni di monitoraggio aerobiologico.