Continuano ad animare il dibattito tra i produttori langaroli le proposte di modifica ai disciplinari di produzione di Barolo e Barbaresco Docg avanzate nelle scorse settimane dal Consorzio di Tutela e ora oggetto dell’iter di approvazione. A prendere posizione sono ora trentotto cantine tra le quali aziende storiche e giovani produttori, firmatari di una lettera aperta.
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Rivolgiamo questa lettera al Consorzio di Tutela, facendo sentire la nostra voce anche ai colleghi viticoltori e produttori di vino della zona del Barolo e del Barbaresco.
Il Consorzio ha aperto la raccolta di firme a valore esecutivo per le modifiche ai Disciplinari delle due Denominazioni.
Insieme a una misura indispensabile e urgente e che ci vede del tutto concordi – ossia la limitazione dell’imbottigliamento di Barolo e Barbaresco alle rispettive zone d’origine – il Consorzio ha altresì avanzato proposte di modifica concernenti temi di natura radicalmente diversi, e di grande portata.
Le conseguenze di tali modifiche potenzialmente cambiano la percezione e l’identità della zona, con ricadute di grande rilievo sia economiche che ambientali.
Avremmo auspicato che la prima inderogabile modifica fosse stata posta in votazione in forma isolata e non contestualmente ad altre tematiche, di sostanza decisamente diversa.
Pensiamo che l’interscambiabilità e reciprocità tra le due zone del Barolo e del Barbaresco per la vinificazione e l’imbottigliamento sia un tema che merita assai più approfondita riflessione e partecipazione dei produttori di entrambe le denominazioni, soprattutto considerando le scelte fin qui compiute e rivelatesi vincenti, grazie a identificazione, zonazione, limitazione e valorizzazione di rispettive appartenenze e storicità.
La proposta di consentire la produzione del Barolo e Barbaresco dai versanti collinari Nord ci trova decisamente contrari. Manifestiamo grande dissenso nel constatare che il principio di coltivare il Nebbiolo da Barolo e Barbaresco solo dove possa maturare per dare uve di eccellente qualità sia scavalcato con tale leggerezza, senza che né scienza, né sperimentazione pluriennali siano chiamate in causa per fornire negli anni dati reali e verificati.
Far passare il messaggio che piantare il Nebbiolo a nord sia la soluzione vincente per raggirare il cambiamento climatico, non solo ad oggi è privo di fondamento scientifico, ma è anche in pieno contrasto rispetto a ciò che la ricerca e l’esperienza suggeriscono: è la biodiversità a rinforzare i sistemi, e le azioni per conservarla sono vitali per consentire un adattamento al cambiamento climatico stesso.
Le ricadute che la modifica avrebbe su un territorio quasi monovarietale, esaurito dagli impianti viticoli, che già piange la sua ruralità e biodiversità anche di boschi vocati al tartufo bianco, meriterebbero maggiore attenzione e senso di responsabilità da parte di tutti, Consorzio e viticoltori.
Si invitano infine i colleghi produttori a concentrare la propria approvazione sulla prima modifica, per impedire l’imbottigliamento del Barolo e del Barbaresco fuori zona, non firmando i quesiti 2 e 3.
Si auspica infine che il Consorzio rifletta sul suo ruolo di tutela e sul metodo col quale è stata messa in campo questa votazione, che coincide col fine mandato del CdA, e non giunge in seguito a ponderate riflessioni e a una puntuale informazione garantita a tutti i soci e aventi diritto al voto.
Adriano Marco e Vittorio
Alessadria F.lli
Barale Diego
Barale F.lli
Bartolo Mascarello
Benevelli Piero
Borgogno Giacomo & Figli
Brovia
Bruno Rocca Az. Rabajà
Burzi Alberto
Cascina Roccalini
Cascina delle Rose
Cavallotto
Ceretto
Cigliuti F.lli
Comm. G. Burlotto
Crissante Alessandria
Diego Conterno
E. Molino
E. Pira & Figli
Elio Altare
Francesco Rinaldi & Figli
Giacomo Fenocchio
Giulia Negri – Serradenari
Giuseppe Rinaldi
Giuseppe Mascarello & Figlio
Lalù
Oddero Luigi
Oddero Poderi e Cantine
Paitin
Philine Isabelle Dienger
Principiano Ferdinando
Rattalino Massimo Vini
Rizzi Az. Vitivinicola
Spirito Agricolo Ballarin
Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy
Trediberri
Vaira Aurelj