La sanità è uno dei tasti dolenti e dei settori piemontesi più in difficoltà per Ivano Martinetti, già consigliere comunale ad Alba dal 2014 al 2019, ora consigliere regionale uscente e ricandidato in Regione dal Movimento 5 Stelle. Dalle liste d'attesa, al personale sanitario fino alle Case della salute, spiega le sue priorità e gli interventi necessari per il futuro.
Un bilancio di questi 5 anni sul fronte della sanità in Piemonte
"Bilancio pessimo. Alberto Cirio nel 2019 aveva promesso 'un’altra velocità' per il Piemonte, non si è vista da nessuna parte, soprattutto nelle liste d’attesa. Qualche numero: 234 giorni per una ecografia della mammella a Savigliano, 298 giorni per una visita chirurgica vascolare a Fossano, 136 giorni per una visita pneumologica a Saluzzo. E nelle altre aree della Granda la musica è la stessa. Il personale è allo stremo, con turni massacranti e sempre più professionalità che migrano verso il privato, così come i pazienti. È vero, sono stati anni difficili, segnati dalla pandemia. Ma questo non può essere il paravento dietro cui nascondere i tanti fallimenti della Giunta».
Per quanto riguarda l’edilizia sanitaria?
"Ancora peggio. Abbiamo assistito a una lunga serie di promesse, proclami, conferenze stampa. Ma la realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti: dopo cinque anni non sono riusciti a mettere un mattone sopra l’altro. A Cuneo c’è stata lunga serie di preoccupanti dimissioni da parte dei manager, e non è andata meglio per il cosiddetto ospedale “di pianura” a Savigliano, dove il traguardo è ancora ben lontano. E poi c’è l’ennesimo fallimento, proprio di questi giorni, che riguarda i conti della Sanità. La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 8 della legge regionale n. 6 del 24 aprile 2023. Con quel provvedimento la Giunta aveva previsto di modificare unilateralmente da 4 a 10 anni (fino al 2032) il periodo in cui la Regione Piemonte avrebbe restituito i fondi previsti dal piano di rientro del debito sanitario. Avevamo messo in guardia la Giunta sulla pericolosità di questa operazione, che andava concordata con il Governo, ma hanno tirato dritto. E questi sono i risultati".
Quali sono le proposte del Movimento 5 Stelle per risollevare la sanità?
"Occorre prima di tutto invertire la rotta per abbattere le liste d’attesa e migliorare il servizio sanitario regionale. Per raggiungere questi obiettivi è urgente avviare una massiccia campagna di assunzioni e scongiurare la migrazione di professionisti verso il privato, incidendo sul trattamento economico. Poi vogliamo realizzare nuovi ospedali pubblici privilegiando il finanziamento pubblico di tali opere, senza ricorrere a strumenti poco idonei come i partenariati pubblico/privato".
E per le Langhe e le zone montane?
"È prioritario realizzare le nuove Case della Salute, di cui si è parlato molto in questi anni ma resta ancora tutto, o quasi, da fare. Saranno strumenti essenziali per offrire maggiori servizi, evitare l'intasamento di ospedali e Pronto soccorso e ridurre le liste d'attesa. Allo stesso modo è importante sviluppare la telemedicina specialistica, la tele-assistenza ed il tele-consulto nell'ottica di garantire a tutte le persone i medesimi diritti, anche per coloro che abitano in aree periferiche e lontane dagli ospedali".
Perché i cittadini dovrebbero darvi fiducia?
"Perché centrodestra e centrosinistra hanno fallito. Perché, in ambito sanitario, abbiamo spesso anticipato questioni che si sono poi rivelate cruciali. Perché per noi vengono prima di tutto gli interessi dei cittadini".