San Giuseppe da Copertino, innamorato del Vangelo, dell’Eucaristia e di Maria, Santo della gioia, Maestro di preghiera, Patrono degli studenti, accogli con amore la mia preghiera.
Tu che nella vita hai affrontato tante difficoltà con grande fiducia nell’aiuto di Dio, intercedi presso di Lui affinché mi conceda la grazia di cui ho tanto bisogno. Sul tuo esempio fa’ che anche io possa volare alto nel cielo della santità e, insieme a te, ringraziare il Signore per la Sua infinita bontà e misericordia. Con la tua intercessione la grazia di Dio mi aiuti e la forza dello Spirito Santo mi sostenga lungo il cammino della vita per essere, come te, fedele al Vangelo. Amen. Si recita il Padre nostro, l’Ave Maria e il Gloria al Padre (Preghiera a San Giuseppe da Copertino, patrono degli studenti).
È nato nel periodo che segna la fine dell’anno scolastico e l’inizio degli esami, il 17 giugno; mentre la sua festa nel calendario liturgico cade proprio nel mese in cui si riaprono le scuole, il 18 settembre.
San Giuseppe da Copertino, sacerdote dei Frati Minori Conventuali, trova posto con il suo santino in tanti portafogli, astucci o diari dei giovani, che a lui si rivolgono per avere protezione e aiuto nelle fatiche scolastiche.
Alla vigilia della notte prima degli esami, come buon auspicio per tutti gli studenti che dovranno fare i conti con prove scritte e orali, vi raccontiamo la sua storia, perché possa essere uno stimolo di forza e coraggio. Prendete spunto.
Giuseppe Maria Desa nacque a Copertino (Lecce) nel 1603 e morì dopo molti anni di esilio in giro per l’Italia, a Osimo (Ancona) nel 1663. Come Gesù, venne al mondo in una stalla, ancora esistente nel suo stato primitivo. La sua vita fu segnata da difficoltà e avversità di ogni genere. A 7 anni aveva iniziato la scuola, ma una grave malattia lo costrinse ad abbandonarla, fino a quando all’età di 15 anni arrivò la guarigione, attribuita alla Madonna della Grazia, venerata a Galatone e con essa il desiderio di farsi frate.
Però… c’è un però. Gli mancava la dovuta istruzione. La scarsa cultura acquisita non gli permise di essere accolto dagli ordini ai quali si era rivolto per diventare sacerdote. Furono i Cappuccini ad accettare la sua richiesta, che dopo solo un anno, visti gli scarsi esiti scolastici lo rimandarono a casa.
Ma non si arrese e diventato terziario, entrò a 22 anni come frate nel convento della Grottella a due passi da Copertino e da solo cercò di dedicarsi allo studio, fino a chiedere di sostenere gli esami per diventare sacerdote. Il suo latino non era perfetto e, impaurito, chiese aiuto alla Vergine della Grottella e imparò un brano del Vangelo liturgico dell’anno, uno di quelli che avrebbero potuto chiedergli di leggere e spiegare. Il giorno dell’esame, appena il vescovo aprì il libro per interrogarlo, i suoi occhi si posarono proprio su quel brano “Benedetto il grembo che ti ha portato”, l’unico che Giuseppe era in grado di spiegare.
Bene, ma non benissimo. Quando trascorsi i tre anni di preparazione al sacerdozio, bisognava superare l’ultimo e più difficile esame, i postulanti conoscevano il programma alla perfezione, tranne Giuseppe. Il vescovo ascoltò i primi che risposero brillantemente all’interrogazione e convinto che anche gli altri fossero altrettanto preparati, li ammise tutti in massa, era il 4 marzo 1628.
Sentito bene? Per la seconda volta Fra Giuseppe, superò l’ostacolo degli esami in modo stupefacente e nel 1628, a Poggiardo, venne ordinato sacerdote. Fu per via di questa sua “impresa” che viene venerato come protettore degli studenti, soprattutto di quelli più in difficoltà.
Ad un grande teologo francescano che chiedeva come conciliare gli studi con la semplicità del francescanesimo, rispose: «Quando ti metti a studiare o a scrivere ripeti: Signor, tu lo Spirito sei et io la tromba. Ma senza lo Fiato Tuo nulla rimbomba».
Nel 1753 fu beatificato e poi proclamato santo da papa Clemente XIII nel 1767. Molti sanno che San Giuseppe da Copertino, che spesso levitava durante i momenti di profonda preghiera e venerazione, è il santo patrono dell’Aviazione degli USA, dove esiste anche una città, Cupertino, che porta questo nome proprio per le origini legate alla sua devozione.
Ma forse gli studenti che si preparano per i loro esami e che hanno bisogno di una spinta celeste con i loro studi, saranno felici di sapere che è anche il loro patrono e c’è più di una preghiera per invocarlo.
Ma forse gli studenti che si preparano per i loro esami e che hanno bisogno di una spinta celeste con i loro studi, saranno felici di sapere che è anche il loro patrono e c’è più di una preghiera per invocarlo.
Fra’ Duilio Carletti suggerisce quella che si recita nel Santuario intitolato appunto a San Giuseppe da Copertino ad Osimo, dove sono venerate le sue spoglie mortali. Segnatevela e poi fateci una capatina.
Quindi, se conoscete qualcuno che sta sudando sette camicie per gli esami, condividete questa preghiera e ditegli di cercare l’intercessione di San Giuseppe da Copertino, che certamente non deluderà. Fateci sapere.