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Attualità | 21 ottobre 2024, 19:28

Il Marchesato di Saluzzo all’epoca di Ludovico II raccontato da Lorenzo Baravalle

Il divulgatore conosciuto per i sui podcast, con cui ha raggiunto le vette delle classifiche di Spotify, ha intrattenuto il pubblico con l’avvincente monologo intitolato “Ludovico II: arte, politica, territorio e altri racconti”

Lorenzo Baravalle nella Cappella marchionale di Revello "racconta" il Marchese Ludovico II di Saluzzo

Lorenzo Baravalle nella Cappella marchionale di Revello "racconta" il Marchese Ludovico II di Saluzzo

Quale  miglior luogo se non la Cappella Marchionale di Revello per narrare la storia del Marchese di Saluzzo Ludovico II  e della sua consorte Margherita di Foix che portarono l’antico Marchesato allo splendore, tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500.

La loro storia è stata narrata ieri sera, domenica 20 ottobre, nella dimora prediletta da Ludovico e Margherita, un tempo chiamata “Castello Sottano” di Revello, da Lorenzo Baravalle attraverso un avvincente monologo intitolato “Ludovico II: arte, politica, territorio e altri racconti”.

Grazie alla sua narrazione coinvolgente, il saluzzese Baravalle, che ha raggiunto le vette delle classifiche di Spotify con racconti su eventi cruciali della storia e della politica contemporanea, ieri sera ha saputo coinvolgere il numeroso pubblico presente attraverso la narrazione della storia condita con un pizzico di ironia.

L’evento organizzato dal Salone del Libro di Torino con il sostegno della Fondazione  Cassa di Risparmio di Saluzzo, il Comune di Saluzzo e la Fondazione Amleto Bertoni, rientra nel calendario della “Festa del Libro Medievale e Antico di Saluzzo” che si terrà da venerdì  25 a domenica 27 ottobre.

La serata è stata introdotta dal sindaco di Revello Paolo Motta e dalla vicepresidente della Fondazione CRSaluzzo Luisa Frandino che ha fatto un excursus sulla realizzazione della Festa del libro medievale e antico di Saluzzo,  la cui prima edizione si era tenuta nel 2021 grazie ad un’idea dello storico medievalista Marco Piccat.

Marco Pautasso, vicedirettore del salone del Libro  di Torino, ha poi spiegato come la quarta edizione sia itinerante, in quanto si svolge, oltre nella Capitale del Marchesato, tra centro storico, il Quartiere (ex caserma Musso) che ospita gli incontri con gli autori, e il Monastero della Stella (sede della Fondazione CrS) anche Revello, Manta, Staffarda, e Lagnasco.

Ha poi preso il via il monologo di Lorenzo Baravalle che ha saputo trascinare e coinvolgere gli spettatori nella storia del Marchesato con un raccolto dinamico partendo da Ludovico I, che governò dal 1416 al 1475, al quale succedette il figlio Ludovico II che portò Saluzzo agli onori della storia traghettandola dal Medioevo al Rinascimento (dal 1475 al 1504) grazie anche alla sua seconda moglie, la francese Margherita di Foix, la quale dopo la morte del consorte, avvenuta nel 1504, diventò reggente in nome del loro primogenito Michele Antonio, che all’epoca dei fatti aveva solo 9 anni.

Ludovico II  fu un leader di grande spessore politico e culturale durante l'inizio del Rinascimento, la cui principale ambizione era trasformare il suo Marchesato in un centro di modernità e innovazione.

Il suo sogno era rendere Saluzzo una capitale europea di rilievo, promuovendo non solo alleanze politiche strategiche, ma anche arte e cultura .

A differenza di molti sovrani della sua epoca, Ludovico preferì un approccio più pratico e lungimirante: anziché distribuire titoli nobiliari, optò per la nomina di funzionari amministrativi e giuridici, quali il vicario generale del Marchesato Galeazzo Cavassa e il figlio Francesco, migliorando così l’efficienza e l’organizzazione del suo territorio.

Uno degli strumenti chiave del suo governo fu la diplomazia, soprattutto attraverso i matrimoni combinati. Le sue prime nozze con Giovanna di Monferrato, volute da suo padre Ludovico I nel 1481, consolidarono il legame con il Marchesato del Monferrato.

Circondato da potenze come i duchi di Savoia a nord, la Francia a ovest e gli Sforza di Milano a est, Ludovico II dimostrò una grande abilità nel mantenere un delicato equilibrio.

Mantenne rapporti stretti ma indipendenti con il re di Francia, riuscendo a preservare l’autonomia del suo marchesato nonostante le pressioni esterne.

Sua l’idea di costruire il “Buco di Viso”, il primo traforo delle Alpi edificato, nel 1478 tra Italia Francia e Francia, per ampliare il commercio.

La sua seconda moglie, Margherita di Foix-Candale, che sposò nel 1492 quando lei aveva solo 19 anni e Ludovico 54, giocò un ruolo cruciale sia nella politica che nella promozione delle arti.

Insieme, furono grandi mecenati, trasformando la corte di Saluzzo in un fiorente centro culturale.

Sotto il loro patrocinio, artisti illustri come Hans Clemer, pittore fiammingo naturalizzato francese, lasciarono un'impronta duratura nelle chiese e nelle dimore del marchesato che ancora oggi ne testimoniano il prestigio culturale.

Uno degli esempi più concreti delle ambizioni di Ludovico fu la costruzione della nuova cattedrale di Saluzzo, che fu eretta al posto della piccola chiesa di Santa Maria, fuori le mura.

Questo progetto maestoso, completato dopo la sua morte, grazie alle donazioni delle famiglie nobili e all’intervento di Margherita di Foix, culminò nel 1511 con l’istituzione della diocesi di Saluzzo, sancita dalla bolla di Papa Giulio II.

Sotto la guida di Ludovico II, il Marchesato di Saluzzo non solo resistette alle pressioni politiche esterne, ma riuscì a emergere come un importante attore nelle complesse dinamiche politiche del Rinascimento italiano.

La sua capacità di combinare audacia e prudenza, insieme a una costante ricerca di alleati, fece di Ludovico II una figura chiave nella storia dell’Italia rinascimentale.

Tutto questo è stato raccontato da Lorenzo Baravalle sotto lo “sguardo” di Ludovico II e Margherita di Foix ritratti sopra le finestre nell’abside della Cappella marchionale di Revello dove  a sinistra è rappresentato il Marchese con tre dei cinque figli maschi, e a destra la consorte con i gli altri due figli.

Nello stesso abside i due Marchesi,nel 1499, avevano fatto dipingere la pala d’altare della Madonna della Misericordia ai cui piedi si sono fatti ritrarre in inginocchiati in preghiera da Hans Clemer.

L’opera assieme al coro ligneo, facente parte della Cappella, sono oggi visibili nella Sala della Giustizia del museo civico di Casa Cavassa a Saluzzo.

Anna Maria Parola

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