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Attualità | 22 ottobre 2024, 17:37

Edilizia sanitaria, Calderoni (PD): "Cirio e Riboldi confondono con un diluvio di numeri e parole"

L'ex sindaco di Saluzzo e ora consigliere regionale: "In mancanza di certezza su risorse e tempi per la realizzazione, la strategia rimane palla lunga e pedalare"

Mauro Calderoni

Mauro Calderoni

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dal consigliere regionale PD Mauro Calderoni. Al centro, la critica alle dichiarazioni che il governatore Alberto Cirio e l'assessore Francesco Riboldi hanno lanciato nel corso dell'incontro - occorso sabato 19 ottobre - sull'aggiornamento rispetto al piano di edilizia sanitaria.

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Stiamo ancora cercando di orientarci nel diluvio di dichiarazioni del presidente Cirio e dell’assessore Riboldi sulla sanità in Piemonte, ma la sensazione di fondo, un po’ sgradevole, è di minestra riscaldata troppe volte. Il timore infatti è che, nel passaggio dal Cirio 1 al Cirio 2, si stia facendo ogni sforzo per trasmettere l’impressione che tutto cambi perché, temiamo,  nulla cambi e con ľunico scopo di tramettere una immagine di efficienza e di energia al nuovo assessore.

Sarebbe comico infatti, se non fosse tragico, il siparietto tra l’assessore Riboldi e l’ex assessore Icardi rispetto alla valutazione sul partenariato pubblico privato o al finanziamento Inail per il nuovo ospedale di Cuneo che comporta inevitabilmente rischi per il futuro di quello che, insieme ad Alessandria, rappresenta uno degli hub ospedalieri più importanti del sud Piemonte. Un tema delicato come quello della programmazione dell’edilizia sanitaria merita attenzione, cautela amministrativa e coerenza politica per non ingenerare aspettative che, qualora deluse, aumenterebbero la disaffezione della popolazione già stremata dal progressivo deterioramento della qualità del servizio. 

Perché sullo sfondo di questo Risiko ospedaliero, la tela di Penelope con cui il presidente irretisce i piemontesi da 5 anni e si propone di farlo per altri 5, rimangono problemi concreti e serissimi come i tempi ormai biblici per esami e visite specialistiche. Mentre quasi ogni giorno apprendiamo dai media una nuova puntata delle magnifiche sorti e progressive della sanità targata Cirio e Riboldi infatti, curarsi per i piemontesi è sempre più difficile.

A cominciare dalla nuova dialisi di Saluzzo ad esempio, ampliata con le risorse degli enti locali e delle associazioni del territorio, ma funzionante a metà regime perché mancano infermieri. 

comunicato stampa

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