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Cronaca | 22 ottobre 2024, 19:43

Non aprì ai finanzieri e li denunciò per violazione di domicilio: condannata per calunnia

L'episodio avvenne presso la lavanderia gestita dalla donna a Cavallermaggiore. Quando la Guardia di Finanza la raggiunse per una verifica fiscale sulla sua attività, la donna si rifugiò al suo interno e non aprì ai militari

Immagine di archivio

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Due anni di reclusione con la sospensione condizionale. Questa la pena che il Tribunale di Cuneo ha inflitto nei confronti di D.N., una donna di origini russe, titolare di una lavanderia a Cavallermaggiore, accusata di aver calunniato tre finanzieri.

Nel 2018 un maresciallo della Guardia di Finanza le aveva notificato l'avvio di un procedimento di controllo su Iva e imposte dirette pagate dall'attività imprenditoriale, che però risultava trovarsi a Fossano.

Giunti sul posto i finanzieri non trovarono però nulla. La sede dell’impresa, dove poi venne trovata anche la donna, risultò essere a Cavallermaggiore, dove oltre a essere a nome del cognato era registrata come un’altra attività.

La verifica sarebbe dovuta avvenire il 13 marzo di quell’anno ma, quando i finanzieri si presentarono al capannone e suonarono il campanello, la donna, sebbene fosse formalmente informata dell’indagine, dopo essere uscita fuori in un primo momento, rientrò dentro e non aprì ai militari.

Al rifiuto dell'imprenditrice, i militari attesero qualche istante fuori dopodiché uno di loro scavalcò il cancello: “Sentivamo il rumore di macchinari in funzione - ha spiegato in aula uno dei militari presenti quel giorno -. Quando il collega entrò, la donna stava spegnendo gli interruttori dal quadro elettrico, ma erano ancora caldi”.

“C'erano cestelli con panni da lavare e altri con panni lavati e asciugati – ha proseguito - alcuni erano già stati imbustati. Non ho notato alcun vano abitativo”.

La donna si trovava accusata di calunnia perché, quando venne chiamata a firmare il verbale, denunciò falsamente i finanzieri per violazione di domicilio. Sosteneva infatti che questi non si fossero qualificati correttamente, che fossero vestiti in abiti civili e che l'edificio del quale avevano scavalcato il cancello fosse casa sua.

Quando la denuncia di D.N. arrivò in Procura, il Gip archiviò il caso, ma la donna fece opposizione, che venne nuovamente archiviata. Dopo tre esposti a carico dei finanzieri, la donna venne rinviata a giudizio per calunnia.

“Non so se la signora D.N. ci ha riconosciuti – aveva concluso il finanziere -, ma eravamo io e il collega che due settimane prima le avevamo parlato in caserma, quando è stata convocata. Lei non ha contestato nulla circa il nostro operato in quel frangente”.

CharB.

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