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Cronaca | 22 ottobre 2024, 18:20

Tentato omicidio a Morozzo: al vaglio del medico legale il coltello e i jeans dell'indagato

I fatti il 29 settembre scorso. La donna, scesa in garage per recarsi al lavoro, fu accoltellata dal consorte. Alla base del gesto, sembrerebbe esserci una separazione che l'uomo non avrebbe accettato

Il tribunale di Cuneo

Il tribunale di Cuneo

Rimarrà in carcere l’uomo indagato (difensore Pier Mario Morra) per aver tentato di uccidere la moglie alle prime luci del mattino del 29 settembre scorso a Morozzo. Ad aver applicato la custodia cautelare con ordinanza, è stata il gip Cristiana Gaveglio del tribunale di Cuneo. Il fatto avvenne nel garage del condominio dove la coppia vive insieme a un figlio minorenne.

Quella mattina la donna, dopo essere scesa dall’appartamento per prendere la macchina e andare al supermercato dove lavora come commessa, sarebbe stata raggiunta dal marito che l’avrebbe colpita: sembrerebbe che alla base del gesto ci fosse una separazione che il 45enne, di professione elettricista, non avrebbe accettato. A seguito all’aggressione la donna, dopo essere riuscita a scappare e uscire in strada, era stata ricoverata all'ospedale Regina Montis Regalis di Mondovì.

Le sue condizioni erano apparse subito molto serie, in quanto i colpi inferti, verosimilmente con un coltello da cucina, avrebbero quasi raggiunto il polmone e la pleura.

Nei giorni scorsi, la vittima, che è stata dimessa dall'ospedale, assistita dal suo avvocato Gabriella Chiapella, è stata interrogata dal pubblico ministero Alessia Rosati.

Nel primo quadro delineato della Procura, l'arma utilizzata, il numero dei fendenti inferti – pare cinque – e le parti del corpo colpite, tra cui il petto, andrebbero a integrare la condotta di tentato omicidio. Ed è proprio sull’arma utilizzata per colpire la donna che il prossimo 30 ottobre sarà condotto un accerto tecnico irripetibile. Nominato dal pubblico ministero come consulente, il medico legale torinese, dott. Paolo Garofano, sarà infatti chiamato a redigere una perizia sia sull’arma che sui jeans indossati dall’indagato al momento dei fatti.

Obiettivo della consulenza è infatti quello di esaminare le tracce di sangue presenti sul corpo contundente e sui pantaloni dell’uomo, oggetti, questi sottoposti a sequestro, e verificare che vi sia corrispondenza con il DNA della vittima. Il corpo del reato verrà inviato al laboratorio regionale tossicologico di Orbassano e quanto emergerà, verrà redatto in una consulenza despositata in Tribunale a Cuneo.

CharB.

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