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Eventi | 24 ottobre 2024, 17:00

Lo spettacolo “Vite ribelli”: un viaggio nella filosofia di Matteo Saudino [L'INTERVISTA]

Così si racconta il docente e ideatore del canale YouTube ‘BarbaSophia’, che porterà in scena il suo monologo al Teatro Milanollo di Savigliano il prossimo 6 novembre

Matteo Saudino insegna filosofia e storia al liceo ‘Gioberti’ di Torino. E' l'ideatore del popolare canale YouTube ‘BarbaSophia’, che conta oltre 310 mila iscritti e 45 milioni di visualizzazioni

Matteo Saudino insegna filosofia e storia al liceo ‘Gioberti’ di Torino. E' l'ideatore del popolare canale YouTube ‘BarbaSophia’, che conta oltre 310 mila iscritti e 45 milioni di visualizzazioni

Matteo Saudino, insegnante di filosofia e storia al liceo ‘Gioberti’ di Torino,  ideatore del popolare canale YouTube ‘BarbaSophia’ che conta oltre 310 mila iscritti e 45 milioni di visualizzazioni, sarà al teatro Milanollo di Savigliano, mercoledì 6 novembre, alle 21, portando in scena ‘Vite ribelli’.

Lo spettacolo rende omaggio alla ‘forza esplosiva del pensiero’, attraversando le storie di cinque vite ribelli ovvero cinque atti di ribellione intellettuale che testimoniano la forza creativa e liberatoria della filosofia come modo di stare al mondo.

I biglietti sono acquistabili sul sito vivaticket.it, con diritto di prevendita, o all'Ufficio Cultura di palazzo Taffini (via Sant'Andrea 53) dal lunedì al giovedì, dalle 9 alle 12.

Ingressi: palchi e platea 15 euro, galleria e loggione 10 euro.

Giovedì 7 in mattinata lo spettacolo sarà riservato alle scuole.

Il professor Saudino, oltre che docente, è conosciuto dal grande pubblico come scrittore, divulgatore, conferenziere e anche, nel poco tempo che ha ancora a disposizione, allenatore di pallavolo.

Lo abbiamo intervistato chiedendogli, tra le altre cose, come fa a conciliare tutti i suoi impegni con quello di allenatore di volley.

Ci ha risposto sorridendo dietro la sua folta barba (da qui il soprannome di BarbaSophia con cui è conosciuto in rete)

Gioco ancora il martedì sera e alleno un misto di’ vecchietti’, ma ho allenato per 18 anni; venivo spesso ad allenare le squadre maschili del Cuneese e conosco il Cuneo Volley”.

Come mai ha iniziato a divulgare la filosofia su YouTube?

Ho iniziato per caso e anche un po' per gioco. Nel 2015, durante la mia lezione, molti studenti erano assenti perché impegnati per i ‘Giochi della matematica’ che si svolgono ogni anno.

Gli allievi mi suggerirono quindi di registrare la lezione e caricarla su YouTube, in modo tale che gli assenti la potessero seguire in differita.  

Nove anni fa non c’erano Instagram e Tik Tok, che oggi i giovani usano abitualmente, e quelli che sono gli attuali reel, storie e clip, all’epoca non esistevano. C’era solo la possibilità di aprire un canale YouTube per poter postare dei video.

Ho quindi ripreso la lezione col cellulare e aperto un account su YouTube: da lì è cambiata la mia vita.

Ho continuato a girare i video con le mie lezioni in maniera artigianale e successivamente, nel 2020, il lockdown dovuto alla pandemia di Covid ha fatto sì che avessi molto materiale caricato sul mio canale e molte persone hanno iniziato a seguirmi utilizzandolo per prepararsi alle interrogazioni, agli esami universitari e altri per conoscere meglio la filosofia

Che cos’è per lei il caos?

Ho una visione abbastanza romantica e poetica del caos. Per me è il caos di idee, caos primordiale e generativo creativo.

Lo immagino così. Non a un caos legato al disordine di una stanza, bensì al caos creativo che per me è vita”.

Visto il titolo del suo spettacolo ‘Vite ribelli’ la Filosofia in che modo può essere considerato un atto di ribellione rispetto al conformismo quotidiano?

È un atto di ribellione perché la Filosofia è pensiero. Oggi l’attività del ‘pensare’ è da considerarsi più che mai ribelle perché significa fermarsi, ragionare, confrontarsi, dubitare. Quindi significa anche criticare altre visioni di mondo ed idee.

Ragionare oggi è un atto che ci toglie dalla mediocrità del sopravvivere. Perché chi pensa e ragiona vive”.   

Il suo legame col pensiero critico e il coraggio.

Insegnare può seminare dei dubbi ed è anche un atto di anticonformismo e addirittura di provocazione.

Serve anche ‘diseducare’ nel senso di non fermarsi all’apparenza delle cose, ma guardarle da punti di vista diversi. L’insegnamento è anche un po’ una sorta di ‘corruzione’”.

La Filosofia come diceva Aristotele ‘è utile nella sua inutilità’

“Questa riflessione di Aristotele la cito sempre e il mio manuale si apre proprio con questa prospettiva ‘La Filosofia è un attività che non produce nulla di pratico, quindi è inutile e serve a nulla’. Ma proprio perché serve a nulla vuol dire che non si è schiavi della materia, ma si è liberi.

Infatti la Filosofia è proprio un’attività libera di dubbio che mette in discussione gli argomenti e quindi diventa un’inutilità che poi risulta utile. Chi mette in dubbio le cose, chi non è ‘servo’ della logica della produzione, si ritrova in mano un modo di vivere per così dire più fertile”.

Quali sono le fragilità che lei, da insegnante, vede nei giovani di oggi?

Vedo i giovani più fragili e questa è una caratteristica della nostra epoca, ma allo stesso tempo desiderosi di trovare un loro spazio nel mondo. Ma per loro è difficile perché stiamo vivendo in un mondo troppo veloce e trovare uno spazio in una velocità è difficile proprio perché gli spazi cambiano sempre vorticosamente”.

Cosa significa immaginare delle altre realtà attraverso la Filosofia?

“La filosofia è anche immaginare se stessi in un mondo e in una realtà che ancora non esistono. Questo porta alla crescita della persona umana, la quale immaginandosi un mondo in cui non c’è, si conosce meglio e prende più consapevolezza del mondo in cui si vive”.

Quindi la Filosofia come strumento di conoscenza. Ma come si rapporta con la tecnologia dilagante di oggi?

“Oggi si ha tutto ma non si ha la consapevolezza del tutto. Credo che la Filosofia sarà ancora più indispensabile nel mondo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale perché avremo bisogno di dare consapevolezza e di indirizzare la tecnologia che rimarrà comunque sempre nelle mani degli uomini”.

La scuola italiana riesce a reggere il passo con i tempi?

“I tempi sono veloci. Essere ‘al passo coi tempi’ è un’utopia anzi forse una distopia, perché la scuola deve esser più lenta e deve permettere alle persone di crescere. Il problema è che questa non è una ‘scuola della persona’ ma più di personaggio oppure, purtroppo è una ‘scuola della prestazione’ che non aiuta a fare crescere i ragazzi”.   

Matteo Saudino sarà a disposizione alla fine del suo spettacolo ‘Vite Ribelli’, mercoledì 6 novembre al Milanollo, per incontrare il pubblico, scattare delle fotografie e autografare i suoi libri.

Anna Maria Parola

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