Nuovo rapporto "Ecosistema Urbano" di Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, sulle performance ambientali delle città. Reggio Emilia migliore città su 106 capoluoghi, superando Trento e Parma al secondo e terzo posto.
Cuneo sale al 17° posto.
Ed è proprio il caso di sottolineare la parola "sale", perché il balzo, rispetto al 2023, è stato di ben 16 posizioni, essendo l'anno scorso 33esima. Un risultato importante e positivo, quindi, ma non mancano zone d'ombra. A partire dall'utilizzo dei mezzi pubblici e, collegato, dall'alto numero di auto circolanti per 100 abitanti.
Il rapporto si basa su 20 parametri che fotografano le performance ambientali delle città italiane capoluogo in 5 macroaree: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente.
Nelle top ten dominano le città del Nord Italia, l’Emilia Romagna regione con più capoluoghi green. Bologna unica grande città nelle prime dieci posizioni.
Cuneo è, appunto, 17esima. Va molto male il tasso di motorizzazione, che la fa precipitare al 97esimo posto, così come sono da bassa classifica l'offerta di trasporto pubblico e il suo utilizzo. Non sono esattamente da città green i consumi idrici, con la relativa dispersione della rete, così come la produzione di rifiuti e la raccolta differenziata.
Sul fronte inquinamento dell'aria, il PM10 è il parametro più impattante: siamo al 46° posto.
Bene le piste ciclabili, per le quali siamo nella top ten; migliorabile la presenza di alberi e di verde pubblico, visto che siamo una città alpina e immersa in un Parco. Ma in definitiva, la città di Cuneo è ben messa, soprattutto se paragonata ad altre città del Piemonte, dove è saldamente in testa. Malissimo Alessandria, tra le città meno green d'Italia, essendo al 95° posto, e Torino, 85esima.
Questo il commento generale di Legambiente: “Nelle città è in atto una rivoluzione ecologica ma è troppa lenta. Serve un green deal made in Italy che abbia al centro una strategia nazionale urbana che non lasci soli i comuni nell’affrontare i temi legati a sicurezza e vivibilità, a partire da quelli ambientali come crisi climatica, inquinamento, mobilità, ma anche rigenerazione urbana e overtourism”.