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Cronaca | 29 ottobre 2024, 19:55

Bimbo trovato sull'altalena da solo in pantofole: mamma e fratello accusati di abbandono

Una vicenda che arriva da un piccolo centro del Saluzzese. Ad aver trovato il bambino, il più piccolo di sette fratelli, era stata la mamma stessa che si difende: "Un complotto, vogliono portarmelo via"

Immagine di repertorio

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Era il marzo di due anni fa quando un bambino di circa cinque anni venne trovato da solo nel parco di un piccolo centro del saluzzese che dondolava sull'altalena. Ad essere accusati in tribunale a Cuneo di abbandono di minore sono sua madre e suo fratello.

“Mamma non c’è. Mio fratello voleva dormire, io volevo giocare”. Così avrebbe risposto il bimbo alla mamma, che quella mattina lo trovò al parco giochi estivo solo con una canottiera a maniche corte, le mutandine e una ciabatta sola al piede. “Mi tolsi la giacca, lo coprii subito e lo coccolai” ha riferito la donna in aula. “Chiamai il sindaco per chiedere che cosa fare - ha proseguito- e lui mi disse di avvertire i Carabinieri. Io non me la sentii per non spaventare il bambino, quindi telefonai ad un’assistente sociale che poi si mise in contatto con una collega”.

La collega, che per tempo aveva seguito le vicissitudini della famiglia del piccolo, si occupò di lui portandolo a casa e facendogli un bagno caldo. “Avevo pensato fosse uscito di casa perché il cancello era rimasto aperto – ha proseguito la testimone -. So che la mamma lo chiudeva sempre per evitare che il bambino uscisse in strada: l’unica cosa che mi viene in mente è che si fosse aperto perché non bene agganciato.”

Poi, il bambino, il più piccolo dei fratelli, venne affidato al Consorzio Monviso Solidale: “La situazione della famiglia– ha spiegato l’assistente sociale – era nota. Il bimbo è l’ultimo di sette fratelli, tutti gli altri figli minorenni sono stati dati in affido. La scintilla che ha fatto scattare tutto è il fatto che uno di loro, nel 2017, si fosse rivolto ai carabinieri di Saluzzo dicendo di non voler più tornare a casa. Era stato inserito in comunità.” Il ragazzino, a quel tempo, aveva dodici anni: “Diceva che in casa non c’era il necessario, la mamma era spesso assente e loro rimanevano da soli”.

Ma per la sua mamma, quello sarebbe stato tutto un complotto per portarle via il bambino. Quella mattina, infatti, la donna si sarebbe recata in ospedale con una delle figlie ad una visita per una minaccia di aborto. Stando alla versione dell’imputata, lei avrebbe lasciato il bambino pronto per andare a scuola: secondo lei, infatti  non sarebbe stato possibile che raggiungesse i giardinetti se non ci fosse stato qualcuno a portarcelo. La donna ha riferito che, una volta tornata casa dall’ospedale, il figlio più grande, quello imputato insieme con lei, le disse che il fratellino era in camera sua a giocare: ma lui non c’era.

Il 21 febbraio, la discussione del processo.

CharB.

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