“L’avevo conosciuto su Facebook. A quel tempo io facevo uso di cocaina e crack e lui l’aveva sempre addosso. Sapevo che spacciava e ho sempre comprato da lui. Per una decina di giorni sono stata ospite a casa sua a Ceva: la cocaina la teneva nelle gambe del letto e il fumo l’aveva seppellito vicino ad un albero del condominio. So che aveva anche una cantina: la partita più grossa la teneva lì”. Sono queste le parole di una donna, ascoltata come testimone nell’udienza a carico di A.O., un uomo tunisino residente a Ceva, che è accusato in tribunale a Cuneo di spaccio.
I Carabinieri, il primo settembre 2022, a seguito di perquisizione domiciliare, gli avevano sequestrato 4 grammi di sostanza stupefacente, da cui si potevano ricavare circa 55 dosi pronte ad essere distribuite. Era stata la donna a denunciarlo, ma per altri motivi: “Quando stavo da lui non mi faceva pagare la droga - ha continuato-. Un giorno ero a casa e il suo cane, un cucciolo di corso, aveva fatto la pipì sul pavimento. Lui si era molto arrabbiato e lo aveva preso a calci. Mi sono infuriata e sono andata in caserma, perché volevo che glielo togliessero”.
“Quando poi me ne volevo andare da casa - ha proseguito- lui mi ha detto che se volevo andarmene dovevo ridargli tutti i soldi della droga che avevo consumato. Non mi ha nemmeno ridato le mie cose. Per lui "lavorava" un ragazzo: A. gli dava la droga da vendere e lui poi tornava a casa con i soldi e dividevano”.
Il processo riprenderà il 31 gennaio.