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Schegge di Luce | 03 novembre 2024, 08:27

SCHEGGE DI LUCE / Pensieri sui Vangeli festivi di don Antonio Dellagiulia

Commento al Vangelo del 3 novembre, XXXI Domenica del Tempo Ordinario

“Gesù e lo scriba”, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

“Gesù e lo scriba”, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».

Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo (Mc 12,28-34).

Oggi, 3 novembre, la Chiesa giunge alla XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B, colore liturgico verde).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Antonio Dellagiulia, Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione e professore di psicologia dello sviluppo, presso l’Università Pontificia, a Roma.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole, uniti al bel disegno di Pinuccia Sardo, per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Come può l’amore essere comandato? È una domanda che sorge leggendo il Vangelo di oggi. Non è forse qualcosa che nasce spontaneamente? E ancora: cosa significa amare? Tutti concordiamo che essere amati ed amare siano elementi centrali nella vita di ogni uomo, ma come viverli concretamente?

La domanda che lo scriba rivolge a Gesù: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?» è animata dalla volontà di andare all’essenziale: i precetti, per gli ebrei osservanti, erano ben 613 e quindi non era semplice districarsi nella vita quotidiana con questa molteplicità di regole. 

La risposta di Gesù rimanda alla preghiera classica che ogni buon ebreo recitava due volte al giorno, lo “Shema”: essa inizia con l’imperativo «Ascolta». Prima di indicarci il comandamento dell’amore di Dio e del prossimo, Gesù ribadisce che per poter amare occorre prima ascoltare e quindi conoscere. San Francesco di Sales in uno dei suoi scritti, il Teotimo, affermava: «La conoscenza è necessaria per la generazione dell’amore, perché non potremmo mai amare ciò che non conosciamo; e man mano che aumenta la conoscenza meditata del bene, aumenta anche l’amore».

Amare allora non è semplicemente questione di osservare una legge, ma essere in una relazione con Dio che scopriamo come colui che ci ha amati per primo. Ascoltare, per riconoscere Dio che agisce nella storia dell’umanità e nella nostra storia e ci accompagna con la sua provvidenza, ci rende capaci di entrare in una relazione di amore con Lui e vivere lo stesso amore con il nostro prossimo.

L’amore rende simili le persone che si amano: chi ama Dio con tutto il cuore non può non amare il fratello che è accanto, perché diventa sempre più vicino a Dio e i suoi pensieri e sentimenti si avvicinano sempre più a quelli di Gesù. La sua compassione e sollecitudine per il prossimo diventano, così, sempre più anche il nostro modo di fare.

 

Silvia Gullino

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