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Attualità | 07 novembre 2024, 07:03

La braidese Fulvia Colzani nuova segretaria comunale a Montà: "Una professione di cui si sa poco" [INTERVISTA]

In servizio anche a Castiglione Falletto, Vezza d’Alba e Cellarengo: “Facciamo un lavoro in cui si è costantemente stimolati intellettualmente e che comporta risvolti pratici non indifferenti, in termini di impatto sui bisogni della collettività”

La braidese Fulvia Colzani nuova segretaria comunale a Montà:  "Una professione di cui si sa poco" [INTERVISTA]

Fulvia Colzani è la neo - segretaria comunale di Montà e svolge le medesime funzioni anche a Castiglione Falletto, Vezza d’Alba e Cellarengo. Nata a Bra 31 anni fa, si è laureata in giurisprudenza all’Università di Torino. Ha conseguito anche un doppio titolo di laurea all’Università della Costa Azzurra e un master executive in Project Management e uno di secondo livello in Management delle pubbliche amministrazioni.

L’abbiamo sentita per saperne un po’ di più su questa figura professionale, conosciuta molto bene nel mondo amministrativo, assai meno dalle persone comuni.

Il Testo unico degli Enti Locali chiarisce con l’articolo 97 ruolo e funzioni del segretario comunale. Recita: “Il segretario comunale e provinciale svolge compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico-amministrativa nei confronti degli organi dell'ente in ordine alla conformità dell'azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti”. È tutto qui o c’è dell’altro?

Si può dire un buon riassunto del ruolo, sebbene non del tutto esaustivo. Quella del segretario comunale è infatti una figura complessa e sfaccettata, che include compiti di assistenza agli organi istituzionali, funzioni di garanzia della legalità, ma anche di sovrintendenza e controllo organizzativo, come si evince dal comma 4 dello stesso articolo 97 (“Il segretario sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti e ne coordina l'attività”). Cruciale è, infatti, il nostro ruolo di impulso dell’organizzazione interna del Comune, che si espleta nell’affiancamento e nel coordinamento dei Responsabili di servizio o dei Dirigenti e nel supporto che forniamo nell’attuazione delle politiche amministrative. Se da un lato, quindi, il Segretario comunale è il custode della correttezza giuridica dell’azione amministrativa dell’ente, parallelamente agisce come mediatore e coordinatore all’interno del Comune, allo scopo di promuovere un’organizzazione il più possibile efficiente. 

Quando ha cominciato questa professione e qual è stato il primo incarico nella pubblica amministrazione?

Ho conseguito l’iscrizione all’Albo Nazionale dei Segretari comunali e provinciali a luglio 2022 e sono entrata in servizio nella mia prima convenzione di segreteria ad agosto dello stesso anno. Prima di allora, lavoravo all’estero in una multinazionale americana. Tra le prove scritte ed orali del concorso, rientrata in Italia, ho lavorato come istruttore amministrativo in un’azienda ospedaliera per un breve periodo. E’ stato quello il mio primo approccio al mondo della pubblica amministrazione.

Lei può lavorare in diverse amministrazioni comunali. C’è un limite?

Normalmente, i comuni ammessi a far parte di una stessa convenzione di segreteria non devono essere più di 5. In casi particolari e motivati, si può richiedere alla prefettura di includere in convenzione un numero maggiore di comuni. Poi vi sono gli incarichi di reggenza a scavalco, ossia degli incarichi da svolgersi fuori dall’orario di lavoro per coprire le sedi di segreteria rimaste vacanti, ossia senza un segretario titolare. In tal senso, non vi è un limite, se non quello del buon senso di ricoprire gli incarichi che si è razionalmente in grado di gestire. È molto complesso, infatti, mantenere il controllo su tutto, specie se si svolge l’incarico in enti di piccole dimensioni, dunque è chiaro che più sono gli incarichi più risulta difficoltoso ottemperarvi adeguatamente.

Che titolo di studio si deve avere un segretario comunale?

Sono ammessi diversi titoli di studio, tra cui laurea magistrale in Giurisprudenza, in Economia, in Scienze politiche e quelle considerate equipollenti.

Nelle grandi città, ci sono più Segretari Comunali che si suddividono il lavoro?

No, l’organo è rigorosamente monocratico. In enti più grandi si può avere un vice o uno staff, ma si è soli a ricoprire il ruolo.

Nei piccoli comuni con chi ha maggiormente a che fare il segretario comunale?

Direi con tutti, dal personale degli enti agli amministratori. Nei piccoli comuni, poi, ci si trova spesso anche a sopperire alla carenza di organico, per cui non è infrequente interagire anche con l’utenza di tanto in tanto.

Qual è la parte del suo lavoro che preferisce e quella che invece le pesa di più?

Adoro la varietà dei temi trattati e lo stimolo costante a cui si è sottoposti, dovendo approfondire le discipline più disparate: dalla contabilità pubblica, al codice appalti, passando per l’urbanistica, la disciplina del personale e i servizi demografici. È un lavoro, infatti, in cui si è costantemente stimolati intellettualmente, ma che al contempo comporta dei risvolti pratici non indifferenti, in termini di impatto sui bisogni della collettività. La parte che più mi pesa, invece, sono gli interminabili chilometri alla guida. Purtroppo, manca ancora, in alcuni casi, una solida cultura del lavoro a distanza e per obiettivi, nonché le attrezzature necessarie per renderlo efficacemente attuabile, dunque è ancora molto importante, per assicurare uno svolgimento del lavoro lineare e senza intoppi, garantire una presenza fisica costante, il che tuttavia spesso porta a doversi spostare – anche nello stesso giorno - più volte e per diversi chilometri, dilatando oltre misura la giornata lavorativa.

Sempre nell’articolo 4, comma D si legge che il segretario comunale esercita ogni altra funzione attribuitagli dallo statuto o dai regolamenti, o conferitagli dal sindaco o dal presidente della provincia. Quali potrebbero essere le situazioni in cui questo accade? A lei è successo di esercitare funzioni particolari?

Sì, continuamente. Ad esempio, mi è successo di essere nominata Responsabile del Servizio Risorse umane o Affari generali, nonché membro del Nucleo di Valutazione (che si occupa di valutare la performance del personale) e Presidente di delegazione trattante di parte datoriale (responsabile delle trattative sindacali per la parte pubblica). Infine, mi è successo di essere nominata Presidente delle commissioni di concorso pubblico. Tali funzioni mi sono attribuite mediante decreto del Sindaco, delibera di giunta o direttamente dai regolamenti comunali.

Lei è appena arrivata a Montà. Ci vuole del tempo per entrare nella “macchina comunale”?

Certamente ci vuole un tempo fisiologico per abituarsi alle nuove realtà. I comuni sembrano tutti uguali, ma in verità è l’opposto: ogni ente è un mondo, con il proprio contesto culturale e regolamentare di riferimento, le proprie consuetudini. Occorre approcciarsi ai nuovi ambienti con pazienza ed una certa plasticità.

Perché “segretaria comunale” suona male? Si ha l’impressione che rimanga nell’immaginario l’immagine stereotipata dell’impiegata davanti alla macchina da scrivere, un po’ isterica, saccente o cavillosa. Concorda?

Posto che per me è indifferente essere chiamata Segretario o Segretaria, in generale concordo con lei che nell’immaginario collettivo il termine declinato al femminile rimandi ad un ruolo impiegatizio operativo molto diverso dal compito che svolgiamo noi Segretari Comunali. Al maschile, al contrario, il termine ha sempre riguardato ruoli apicali (si pensi al Segretario di un partito). Spesso, dunque, risulta più semplice ed immediato farsi chiamare al maschile, anche se penso che sia ora di normalizzare – anche attraverso il linguaggio – il fatto che, oggi, certi ruoli siano ricoperti anche dalle donne.

Silvano Bertaina

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