Attualità - 08 novembre 2024, 10:43

Chiude la carrozzeria Casti di Ceva, il titolare: "Troppe spese, impossibile andare avanti"

Lo sfogo di Gianluca, che ha ereditato l'attività aperta dal padre 50 anni fa. "Pago più di 50 mila euro l'anno solo di spese vive. E poi ci sono le tasse. Vado a fare il dipendente"

Ceva sta per perdere un'attività che ha quasi 50 anni di storia. Abbasserà le serrande - è proprio il caso di dirlo - la Carrozzeria Casti di via Al Forte 8.

Gianluca Casti, il titolare, 47 anni e due figli da mantenere, vigile del fuoco volontario nel Distaccamento del paese, ha deciso, non senza rabbia e rammarico, di chiudere e andare a fare il dipendente perché, ci dice, "non è più possibile andare avanti. Gli artigiani sono destinati a scomparire, in questo Paese".

La carrozzeria l'aveva aperta suo papà, Paolo Casti, nel 1979, in Regione San Bernardino a Ceva. Nel 1994 il trasferimento nella sede attuale. Poi l'alluvione, che distrugge mezza officina, compreso il nuovo forno da 100 milioni delle vecchie lire. Ma c'erano i margini per potersi risollevare, all'epoca. Con papà Paolo, nel 1993, inizia a lavorare il figlio Gianluca, un figlio d'arte, come è sempre successo nelle attività artigiane.

Cosa che non succederà, però, con i figli di Gianluca. Ha, infatti, deciso di mollare e da lunedì inizierà a lavorare da dipendente, su turni. Ha trovato lavoro come autista e magazziniere per un'azienda della Valle Tanaro.

"Avrò mezza giornata libera, contributi, ferie e malattia pagati. E potrò smettere di pensare, ogni giorno, a come pagare le spese", ci dice, quasi incredulo. 

Gianluca, finché c'era suo padre, morto nel 2021 dopo tre lunghi anni di malattia, dentro e fuori dagli ospedali, in qualche modo era riuscito a portare avanti l'attività. Ora, da solo, non regge più. Un dipendente o un apprendista costano troppo e, aggiunge, "comunque non c'è più nessuno che voglia fare questo lavoro".

"Chiudo perché il costo per mantenere un'attività è superiore a quanto si incassa. Le spese vive, tra rifiuti speciali, esalazioni in atmosfera, forno, cabina di verniciatura, luce, affitto, acconti di tutte le tasse, iva, inps... non ti permettono di andare avanti. Sono arrivato a pagare oltre 50 mila euro l'anno. E li devo pagare anche se non lavoro. Io quei soldi non li ho mai guadagnati. Poi ci sono le tasse, anche quelle vanno pagate. E più lavori più paghi! Da solo, riesco a seguire una macchina per volta. Reggere è impossibile. Senza contare che le carrozzerie lavorano con le assicurazioni, che pagano a 90 o 120 giorni. Noi, però, i ricambi li paghiamo a 30. Così, restiamo scoperti per migliaia di euro. Tutti i carrozzieri sono arrabbiatissimi per la situazione. Io mi sono fatto due conti e mi sono detto: basta! Vado a fare il dipendente!", ci spiega, non senza una grande rabbia.

Quella carrozzeria, quei muri, sono stati la vita di suo padre e per 30 anni la sua. Decidere di chiudere è stato doloroso, ma, ribadisce, "non si può andare avanti. Sei strozzato dalle spese e dalle tasse. Da lunedì cambierò vita. Negli anni ho preso diverse patenti, sono stato lungimirante. Grazie a queste ho trovato lavoro. Potrò godermi i miei figli e non avere l'assillo delle spese da pagare. Ci ho messo tanto tempo a decidere, ma tutti mi dicono che ho fatto la scelta giusta. Non so se sono più arrabbiato o rassegnato, quello che so è che, se non cambia qualcosa, non ci sarà più un artigiano".