"Questa è la nostra sala di Protezione Civile". Una stanza, telefoni, cartellini con la lettera F accompagnati da un numero che suddividono le aree (ben 14) di intervento, la sala radio a poca distanza, computer, sedie e un tavolo rotondo con al centro una colonna che ha monitor in ogni lato.
Il Prefetto di Cuneo Mariano Savastano, stamattina, assieme al comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Corrado Romano e al presidente della Provincia Luca Robaldo, ha presentato il quartier generale da cui vengono coordinati tutti gli interventi e gli enti quando, a seguito di una calamità naturale o della minaccia di eventi espremi - basti pensare alle varie allerte meteo emanate da Arpa Piemonte - viene allertata, appunto, o messa in moto, la macchina della Protezione Civile.
Una macchina dove ciascun componente ha un compito. Dalla viabilità all'allestimento di posti letto e aree di accoglienza in caso di evacuazione. Il rischio è qualcosa con il quale tutti dobbiamo imparare a fare i conti e a convivere.
Lo sanno bene in Giappone, dove gli abitanti, compresi i bambini, sono perfettamente istruiti su come comportarsi in caso di terremoto o tsunami, due calamità purtroppo non remote nel Paese del Sol levante.
Istruzioni precise, a salvaguardia, in primis, della propria incolumità, che vengono impartite fin dai primi anni di infanzia. Sapere come comportarsi, in caso di calamità, è fondamentale per salvare se stessi e per non gravare sui soccorsi.
In Italia sono i sindaci, in quanto autorità locali di Protezione Civile, a dover istruire la popolazione. Ogni Comune è dotato di un piano specifico, in cui sono mappate le zone, i potenziali rischi, che possono essere quello sismico, quello di esondazioni, frane o anche semplicemente il rischio legato alla presenza di determinate attività industriali.
Nella provincia di Cuneo i Comuni sono 247 e altrettanti sono i sindaci. Il Prefetto, mostrando alla stampa la sala operativa di Protezione Civile, che ha sede presso il palazzo della Provincia, in corso Nizza 21, ha annunciato la volontà di incontrarli tutti, proprio per sensibilizzarli sull'importanza della diffusione di competenze e istruzioni da impartire ai cittadini in caso di calamità naturali.
Abbiamo visto tutti le immagini della recente alluvione, l'ennesima, in Emilia Romagna. Ancor più recenti quelle, drammatiche, di Valencia, colta impreparata di fronte ad un evento di proporzioni mai viste in quella parte di Spagna dove la pioggia è piuttosto rara.
Eppure, l'allerta c'era. Ma non è stata colta in tutta la sua potenziale portata.
"Bisogna imparare a prevenire - ha sottolineato il Prefetto. Con certe previsioni meteorologiche non si va al centro commerciale, non si va con la macchina in un parcheggio interrato, si devono evitare i sottopassi e non ci si avvicina ai corsi d'acqua. Bisogna adottare dei comportamenti che riducano al massimo il rischio. Sappiamo tutti che, in caso di incendio, non si deve prendere l'ascensore. Bisogna imparare ad adottare i giusti comportamenti anche quando ci sono delle allerte meteo, ormai sempre più frequenti".
Prevenzione, a partire dai comportamenti individuali, e gestione. In una provincia dove la macchina dei soccorsi funziona, avendo fatto tesoro della drammatica esperienza dell'alluvione del 1994.
La Granda, dal punto di vista della gestione delle emergenze, è suddivisa in undici aree omogenee per caratteristiche e tipo di rischi. Undici COM (Centro operativo misto) dove, in caso di necessità, si riuniscono tutti i soggetti coinvolti nella gestione della stessa.
A partire dal prossimo mese di dicembre, il Prefetto sarà in tutti i COM proprio per verificare i meccanismi e la capacità di rispondere rapidamente alle eventuali emergenze che si dovessero presentare. Comincerà da quello di Cortemilia, che racchiude 22 comuni dell'area. Il mese successivo andrà a Ceva e così via, fino ad incontrare tutti i sindaci, proprio per far sentire la sua presenza e il suo ruolo di coordinamento in quanto massima autorità provinciale di Protezione Civile.
Un tema che a Savastano sta molto a cuore e sul quale è necessario continuare a fare formazione e informazione. Questa la prima norma di prevenzione. Sapere cosa fare e, ancor prima, non fare.