In un contesto di cambiamenti climatici sempre più estremi, i produttori di Nebbiolo da Barolo hanno affrontato la vendemmia 2024 con un misto di sfida e opportunità. Una primavera piovosa, un’estate dai picchi di caldo e un autunno umido hanno messo alla prova la loro resilienza e capacità di adattamento. Ne emerge un’annata impegnativa, ma che secondo molti lascia presagire vini di qualità, freschi ed equilibrati.
Anche quest’anno, la conferenza stampa online dell’Associazione Deditus ha riunito i produttori di Langa per un confronto aperto sull’annata, moderato dal giornalista Roberto Fiori. Un dibattito che ha messo in luce l’importanza dell’esperienza, dell’attenzione al dettaglio e della capacità di fronteggiare eventi climatici sempre più imprevedibili.
Gianni Gagliardo, Presidente di Deditus, ha aperto l’incontro sottolineando come il 2024 abbia rappresentato una prova impegnativa, ma anche un’occasione per affinare le pratiche in vigna. “Questa vendemmia ci ha insegnato tanto”, ha dichiarato, evidenziando come le difficoltà possano trasformarsi in opportunità per migliorare le tecniche di coltivazione e affrontare i cambiamenti climatici con soluzioni innovative.
Il 2024 ha visto una primavera con precipitazioni abbondanti seguita da un’estate calda, con un autunno piovoso che ha costretto i produttori a una raccolta anticipata e rapida. Lorenzo Scavino di Azelia ha raccontato la sua esperienza, sottolineando il carattere unico dell’annata per le nuove generazioni di viticoltori: “Abbiamo avuto condizioni meteorologiche mai viste negli ultimi 30 anni. Le piogge primaverili e il caldo estivo hanno influenzato molto il lavoro in vigna. Il risultato finale, però, è promettente, con vini freschi, un grado alcolico leggermente inferiore e un’ottima acidità”.
Stefano Chiarlo di Michele Chiarlo ha messo in evidenza l’attenzione maniacale che la vendemmia ha richiesto quest’anno: “Il lavoro in vigna è stato quasi chirurgico. Ogni grappolo è stato monitorato con estrema cura. La posizione delle vigne, specialmente nei ‘sorì’ di Barolo, ha fatto la differenza”, ha spiegato, riferendosi alle aree più soleggiate, che hanno garantito una buona qualità nonostante le sfide climatiche.
Anche Enrico Olivieri, enologo dell’azienda Cordero di Montezemolo, ha parlato dell’importanza del lavoro manuale in una vendemmia atipica: “È stata una vendemmia lunga, ma corta nei giorni di raccolta effettivi.” La pioggia ha obbligato molti produttori a programmare la raccolta in tempi ristretti, richiedendo una grande esperienza e flessibilità. “La differenza è stata fatta dalle persone, dai lavoratori che hanno affrontato ogni sfida con impegno”.
Per Luca Sandrone (Sandrone Luciano), il 2024 è stata un’annata che richiama le dinamiche delle vendemmie storiche: “Sebbene questa vendemmia sia atipica rispetto agli ultimi 20 anni, non si discosta dalla media storica della zona.” Sandrone ha osservato come la gestione attenta delle squadre e dei tempi di raccolta sia stata fondamentale per affrontare condizioni meteo estreme, come le abbondanti piogge autunnali.
Eugenio Palumbo di Vietti ha notato anche aspetti positivi nonostante le difficoltà. La pioggia ha infatti avuto un effetto benefico sulle vigne più giovani, particolarmente sensibili dopo una stagione complessa come quella del 2023: “Le viti giovani sono state messe alla prova, ma la pioggia è arrivata in tempo per salvarle.” Anche Gianluca Torrengo, enologo di Prunotto, ha aggiunto: “L’impegno che ci abbiamo messo è stato quello di spremere al massimo quello che quest’annata ci offriva e cercare di amplificare i momenti di opportunità”.
Sebbene la vendemmia 2024 abbia messo a dura prova i produttori, il risultato finale si prospetta interessante. Stefano Gagliardo (Poderi Gianni Gagliardo) prevede che i vini di quest’anno avranno un profilo più sottile, ma caratterizzato da grande freschezza ed eleganza: “I tannini sono maturi e i profumi già molto promettenti”. Anche Cesare Benvenuto di Pio Cesare ha invitato alla prudenza e alla pazienza: “I vini spesso ci riservano delle sorprese. Annate inizialmente critiche hanno dimostrato di potersi riscattare negli anni a venire”.
La vendemmia 2024 si conferma una delle più impegnative degli ultimi anni, ma anche un’occasione di crescita per i produttori di Langa. Come ha concluso Gianni Gagliardo, “Ogni vendemmia è un’opportunità per imparare e per adattarsi. La Langa è abituata a fare questo e quest’annata ci ha insegnato tanto”.