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Attualità | 17 novembre 2024, 19:00

Bra, al Santuario della Madonna dei Fiori il mandato ai Ministri straordinari della Comunione

A tutti don Gilberto Garrone ha indicato la necessità di essere portatori di Cristo e strumenti di comunione

Bra, al Santuario della Madonna dei Fiori il mandato ai Ministri straordinari della Comunione

Per la prima volta sono stati convocati tutti insieme al Santuario della Madonna dei Fiori, provenendo da ogni parrocchia, confraternita e realtà ecclesiale di Bra. Sono i Ministri straordinari della Comunione, donne e uomini che svolgono il servizio di aiutare il sacerdote nella distribuzione dell’Eucaristia nella Messa e portano la Comunione ai malati e agli anziani nelle proprie case, sottolineando come anche loro, pur impossibilitati a partecipare all’assemblea domenicale, fanno pienamente parte della comunità.

L’appuntamento è stato domenica 17 novembre con la Messa celebrata dal parroco don Gilberto Garrone, che ha conferito il mandato ai Ministri straordinari a nome dell’Arcivescovo, per un totale di 59 laici, compresi coloro che hanno partecipato nel pomeriggio alla liturgia della Parola, guidata da don Enzo Torchio. Tutti debitamente formati, grazie ai corsi appositamente organizzati dall’Arcidiocesi.

«Ogni ministero è un servizio. Siate strumento di Comunione, portate l’amore e il nutrimento di Cristo che è speranza e consolazione». Con queste parole don Gilberto ha rivolto il proprio augurio ai presenti, che hanno così rinnovato la propria disponibilità per farsi vicini alle persone ammalate o anziane, oltre che per la distribuzione della Comunione durante le Messe. In dono una guida alla lettura dell’enciclica di papa Francesco “Dilexit nos” sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo. E alla fine, ecco una bella foto di gruppo!

L’Istruzione Immensae caritatis
Le disposizioni della Chiesa circa il ministero straordinario sono contenute nell’Istruzione Immensae caritatis, licenziata dalla Sacra Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti il 29 gennaio 1973 e approvata da papa Paolo VI «Perché non restino privi della luce e del conforto di questo sacramento i fedeli che desiderano partecipare al banchetto eucaristico e ai frutti del sacrificio di Cristo». Più precisamente: «Il testamento dell’Immensa Carità, che Cristo Signore lasciò alla Chiesa sua sposa, cioè il dono ineffabile dell’Eucaristia, di tutti il più importante, esige che un mistero così grande sia sempre più profondamente conosciuto e che si partecipi alla sua efficacia salvifica con sempre maggiore intensità. A tale scopo la Chiesa, mossa dalle sue sollecitudini pastorali a favorire la pietà verso l’Eucaristia, culmine e centro del culto cristiano, ha più volte avuto cura e zelo di promulgare norme idonee e opportuni documenti. Le nuove circostanze dei nostri tempi sembrano richiedere che, salvo sempre il massimo rispetto dovuto a così grande Sacramento, sia data maggiore possibilità di accedere alla Santa Comunione. Per prima cosa è necessario provvedere che, per la mancanza di Ministri, non diventi impossibile o difficile ricevere la Santa Comunione. Affinché i fedeli che sono in stato di grazia e hanno retta e pia intenzione di accostarsi al Convito Eucaristico non siano privati dell’aiuto e del conforto di questo Sacramento, il Sommo Pontefice ha ritenuto opportuno di istituire Ministri straordinari che possano distribuire agli altri fedeli la Santa Comunione. È data facoltà ai Vescovi di consentire che persone idonee, individualmente scelte, possano, in qualità di Ministri straordinari, distribuire il Pane Eucaristico agli altri fedeli e portarlo agli ammalati nelle loro case».

Chi sono i Ministri straordinari della Comunione
La Chiesa vuole che tutti i fedeli possano facilmente accostarsi alla Santa Comunione sia quando non possono essere presenti alla Messa, perché infermi o anziani, sia quando vi partecipano, ma la distribuzione dell’Eucaristia da parte del sacerdote richiede l’aiuto di Ministri. «Chi riceve l’incarico di distribuire l’Eucaristia è tenuto ad approfondire la conoscenza del mistero eucaristico e, in particolare, della santa Comunione come intima partecipazione al sacrificio del Calvario». E non meno importante è la sottolineatura: «Il ministero straordinario della santa Comunione, in quanto servizio liturgico intimamente connesso con la carità e destinato soprattutto ai malati e alle assemblee numerose, impegna chi lo esercita a inserirsi attivamente nella propria comunità parrocchiale e a dare testimonianza di vera pietà eucaristica».

San Tarcisio ne è il patrono
Il patrono dei Ministri straordinari della Comunione è San Tarcisio. La sua storia si snoda nel III secolo. In quel periodo l’imperatore Valeriano perseguita i cristiani e Tarcisio è un giovane accolito della Chiesa di Roma. Frequenta le catacombe di San Callisto e un giorno, pensando che la sua giovinezza sarebbe stata il miglior riparo per l’Eucaristia, si offre di portare il Pane consacrato ai carcerati e agli ammalati. Ma lungo il cammino incontra alcuni giovani pagani. Si accorgono che Tarcisio stringe qualcosa al petto e tentano di strapparglielo. Il ragazzino non cede e allora viene preso a calci, qualcuno afferra delle pietre e gliele tira contro. Tarcisio resiste e riesce a non far profanare le ostie. A soccorrerlo ormai in fin di vita è un ufficiale pretoriano, convertitosi al cristianesimo di nascosto, che lo porta al sacerdote della sua comunità. Tra le mani serrate strette al petto c’è ancora un pezzo di stoffa con l’Eucaristia. Dopo la morte, Tarcisio viene sepolto nelle catacombe di San Callisto. Sull’epigrafe, posta da papa Damaso, viene riportato l’anno 257. Queste parole scritte nelle catacombe di San Callisto, giunte attraverso varie testimonianze, ci ricordano il suo martirio: «Mentre un gruppo di malvagi si scagliava su Tarcisio volendo profanare l’Eucaristia da lui portata, egli, colpito a morte, preferì perdere la vita piuttosto che consegnare ai cani rabbiosi le membra celesti di Cristo». Sul protomartire dell’Eucaristia si riporta anche una tradizione orale secondo la quale sul suo corpo non venne trovato il Santissimo Sacramento. Secondo tale tradizione la Particola Consacrata, difesa con la vita dal giovane accolito romano, era diventata carne della sua carne. Un’unica Ostia unita al suo corpo e offerta a Dio.

Silvia Gullino

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