Un’avanguardia di mille agricoltori e allevatori da tutto il Piemonte, di cui oltre 130 dalla Granda, hanno raggiunto il palazzo del Consiglio regionale del Piemonte per ribadire che l’agricoltura non deve pagare per tutti. Tanti i cartelli che denunciano: “Vogliamo regole uguali per tutti: non siamo noi ad inquinare”, “Senza di noi l’allevamento muore”, “L’agricoltura vuole vivere”, “Lasciateci lavorare: poche regole ma buone”.
Sono oltre 10 mila le stalle a rischio chiusura in Piemonte. È quanto emerge dal sit-it, organizzato da Coldiretti Piemonte alla presenza di tutti i presidenti e i direttori delle federazioni, in occasione del Consiglio regionale che, tra i punti all’ordine del giorno, vede la delibera circa l’aggiornamento del Piano regionale di Qualità dell’Aria le cui misure, rispetto al mondo agricolo, gravano notevolmente sugli allevamenti e le imprese piemontesi.
Successivamente, l’assessore Marnati, alla domanda precisa se le coperture delle concimaie sono obbligatorie o meno, ha risposto con un netto “no” e ha spiegato che verranno introdotte, nel corso del prossimo anno, nuove formule che non obblighino alla copertura, ribadendo che verranno discusse nuove proposte, analizzate con l’organizzazione.
“Si tratterebbe di misure che andrebbero, soprattutto, a colpire gli allevamenti piemontesi per questo è indispensabile e non più rinviabile l’eliminazione dell’obbligo di copertura della concimaia che richiede costi elevatissimi ed impatta fortemente sul paesaggio. Come è necessario ampliare l’arco temporale rispetto alla scadenza del 1° gennaio 2026 per consentire di adempiere alle procedure richieste, introducendo anche formule meno gravose per le imprese. Rispetto al tema della qualità dell’aria, per ovviare all’attuale normativa senza penalizzare solo l’agricoltura, occorre attivare il meccanismo del semaforo per dare la possibilità di bruciare i residui vegetali al fine di evitare l’insorgere di fitopatie, anche alla luce dell’arrivo sempre più frequente di insetti alieni, ed impiegare formule di concimazione naturale. I nostri allevamenti stanno già attraversando una stagione difficile dal punto di vista economico ed è impensabile, quindi, gravare su di loro con spese aggiuntive ed investimenti a fondo perduto”, dichiara Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo.
“Pur nella consapevolezza della necessaria attenzione all’ambiente, il pericolo è quello di far chiudere migliaia di aziende che costituiscono il tessuto economico della Granda e di tutto il Piemonte. Va evitato di servire un assist alle industrie chimiche, invece di utilizzare metodi di coltivazione naturali ed è necessario ridurre la burocrazia rispetto agli adempimenti da rispettare: i nostri imprenditori non devono diventare dei burocrati, ma devono essere messi nelle condizioni di poter fare il loro lavoro. Ancor più in questo momento storico, è prioritario evitare di aumentare le importazioni dall’estero per questo è fondamentale il ruolo dei nostri imprenditori che producono cibo di qualità unica nel mondo, preservano territori altrimenti disabitati e sostengo progettualità di filiera che sono la linfa economica del nostro Piemonte. Auspichiamo che quanto pronunciato dal palco del nostro sit-it dagli assessori diventi quanto prima realtà, continueremo a monitorare l’operato della Regione in tal senso perché, oggi più che mai, risposte concrete e rapide”, evidenzia Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Cuneo.
Altro momento molto importante del sit-it è stato quando Coldiretti Piemonte è stata ulteriormente chiamata dal presidente del Consiglio regionale, Davide Nicco, insieme ai presidenti e ai vice presidenti della terza e quinta commissione del Consiglio con i capigruppo ed i consiglieri per ribadire ulteriormente i punti cardine e le istanze prioritarie per salvare l’agricoltura piemontese e le stalle.