/ Attualità

Attualità | 22 novembre 2024, 12:00

L’influencer che fece arrestare il fotografo di Corneliano d'Alba discriminata per le vecchie foto di nudo

Annullati due incontri nelle scuole con Stefania Secci: "Vittima di una campagna d'odio, diffamazione e cyberbullismo per il mio essere donna"

L’influencer che fece arrestare il fotografo di Corneliano d'Alba discriminata per le vecchie foto di nudo

Nel luglio scorso era salita agli onori delle cronache come la donna che, grazie alle sue denunce, aveva ispirato le indagini che portarono la Procura della Repubblica di Asti a procedere con l’arresto di Paolo Ferrante, il 46enne fotografo finito in carcere alle "Vallette" di Torino con l’accusa di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo per i comportamenti tenuti nei confronti di cinque modelle che avevano accettato di lavorare alle proposte di servizi della sua agenzia, la Mia-Models Italiana Academy di via Torino a Corneliano d’Alba.

Ora la 36enne influencer genovese Stefania Secci è tornata ad attirare le attenzioni dei media piemontesi quale vittima di una spiacevole vicenda di discriminazione, riguardante l’annullamento di due incontri che la donna avrebbe dovuto tenere in altrettante scuole – l’Istituto Tecnico e Professionale "Vittone" di Chieri e la scuola media di Pino Torinese – nella giornata di lunedì 25 novembre, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Interventi che in realtà non avranno luogo "in quanto l’Istituto ha acquisito ulteriori informazioni sulla signora Secci e, al momento, non si ritiene che il suo incontro con gli studenti possa avere una ricaduta didattica e/o educativa", come ha scritto in una circolare la dirigente dell’istituto chierese Elena Maria Garrone, assumendo una linea poi fatta propria anche dalla scuola media di Pino Torinese.

Un passo indietro, si è poi appreso, seguito alla diffusione di alcune immagini di nudo della donna, rintracciabili su un non meglio precisato sito spagnolo a pagamento e circolate prima sugli smartphone degli allievi, e quindi nelle chat di genitori e insegnanti della scuola chierese.

Da qui la decisione comunicata con la circolare della preside e la comprensibile reazione della influencer, che in un lungo post si definisce "vittima di una campagna d'odio, diffamazione, cyberbullismo e discriminazione di genere! Movente: il mio essere donna!", annunciando anche azioni a difesa della propria immagine.

"(…) mi sono ritrovata io stessa vittima di una campagna di odio e diffamazione aizzata da un soggetto a me sconosciuto. Una donna, mamma tra le tante cose. Le accuse: il mio ex lavoro da modella professionista! Non è certo un segreto che io abbia lavorato per tanti anni nel settore moda/fotografico, percorso che oltretutto mi portò tante soddisfazioni a livello personale e professionale.  Ma la cosa gravissima arriva in merito alla campagna d'odio e altamente diffamatoria che questa persona ha iniziato a fare contro la mia persona, utilizzando le mie vecchie foto professionali da modella (dal cosplay al nude art), con lo scopo di  ledere e screditare non solo la mia persona, ma anche il mio operato di attivismo in campo sociale! Insultandomi e diffamandomi non solo nei post pubblici dei comuni in cui si svolgerà l'evento, ma anche divulgando tutto questo tramite chat private!".

Secci spiega poi di essere stata accusata dalla stessa persona persino di essere titolare di link pornografici e siti dedicati alla vendita di materiale di tale genere, circostanza negata con fermezza. "Io e il mio legale Vanessa Bonaiti prenderemo provvedimenti legali verso la campagna diffamatoria che si è innescata nei miei confronti, ma sopratutto verso la discriminazione di genere in cui mi trovo vittima, esattamente in quanto donna.  Non mi presento agli eventi in qualità di 'modella', bensì di donna che ha subito fin da ragazza pesanti episodi di bullismo e discriminazione sessuale e che vuole raccontare il proprio percorso di rinascita. Come persona che vuole portare un messaggio di speranza e che è disponibile a dare qualche consiglio per identificare episodi dai tratti violenti e per tentare di difendersi dai soprusi".

"In queste ore mi sono ancora più convinta della necessità di parlare di questi argomenti e non ho intenzione di fermarmi solo perché qualcuno ancora oggi non è consapevole che solo chi fa del male al prossimo sia una 'poco di buono’. Penso che i motivi per cui una persona debba essere processata e sentirsi accusata siano dei reati veri. Cosa ben diversa dal suo modo di esprimersi fotograficamente o di essere. O forse qualcuno non è ancora pronto a capire che noi donne possiamo 'essere libere' di vestirci come vogliamo, di truccarci come vogliamo, di farci foto sexy pur avendo un ruolo di spessore nella società? Dobbiamo necessariamente avere una censura addosso per essere ritenute valide e attendibili?".

E. M.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium