Attualità - 24 novembre 2024, 17:48

Farinél/ Sempre dalla parte di chi abbatte muri per costruire porte di luce

L’opera di Samuel Di Blasi e Ugo Costantino trasforma un brutto angolo della città di Alba in un simbolo di apertura e di pace nel segno della bellezza

Conoscendo Samuel Di Blasi e Ugo Costantino da tempo ero certo che la riqualificazione del brutto muretto della ex caserma Govone, oggi cittadella degli studi, fosse in buone mani, ne ero profondamente certo, ma quello che l’artista e l’architetto hanno fatto va ben oltre la semplice riqualificazione. Il loro è un vero e proprio atto di politica e di etica, in un epoca dominata dalla tecnica.

In un periodo e in un mondo in cui si tornano a costruire muri, Alba ne abbatte uno, lo fa in continuità tra due amministrazioni, convintamente, segno che, almeno qui da noi, abbattere muri non ha colori politici o partiti. È già molto, di questi tempi è già moltissimo.

«L’opera, una fusione in alluminio di 51 metri lineari con struttura portante in ferro zincato, si erge come un varco tra passato e futuro. La luce, elemento centrale del progetto, invita a un dialogo tra spazi interni ed esterni, ridefinendo i confini fisici e simbolici dell’area. Questa trasformazione non riguarda solo l’aspetto estetico, ma promuove valori fondamentali come il senso di appartenenza e il rispetto per il patrimonio comune», spiegano i promotori.

“Porta di luce” diventa così un grido che parte dalla nostra piccola capitale per superare i confini e urlare al mondo che è possibile abbattere i muri e costruire porte di luce, i muri per definizione sono sbarramenti per la luce, fermano la luce, le porte la filtrano e regalano forme e ombre. Le porte sono fatte per aprire, i muri per chiudere.

Se alzi un muro pensa a cosa lasci fuori”, scrisse Italo Calvino nel Barone Rampante intendendo che, quando costruiamo un muro siamo noi stessi a metterci in gabbia e a precluderci il fuori.

“Porta di luce” regala un nuovo volto alla cittadella degli studi albesi e a tutta la città perché corso Europa è la porta della Alba di tutti noi, quella della gente, quella vera che vive al di fuori delle vetrine delle catene che hanno monopolizzato via Maestra.

Azzeccata anche la collocazione nel festival Ën-Pì che ci ricorda la natura partigiana della nostra città che mai va dimenticata e che quest’opera simboleggia perfettamente, è la cifra della nostra città che negli anni è sempre stata pronta ad unirsi nel cantare Bella Ciao e nel ricordare un passato eroico che, anche questo, non ha colori e non ha partiti, è intriso solamente di libertà.

Non mi stupisce che sia stato coinvolto Tonino Buccolo, memoria storica e vera anima della città. Alle 11 è stato inaugurato l’historical corner voluto dal direttore artistico del festival Barbara Borra attingendo allo straordinario archivio di Buccolo con 11 immagini che diventano una mostra permanente a cielo aperto, a cui sono stati chiamati a collaborare gli studenti delle scuole locali.

Barbara Borra, Direttore Artistico del Festival Ën-Pì e ideatrice dell’Historical Corner, precisa: «Abbiamo offerto una Borsa di Studio per un lavoro di ricerca sulla ex Caserma Govone e l’area circostante, proprio a partire dalle fotografie di Buccolo. Hanno aderito circa 70 studenti delle classi terze e seconde della Scuola Secondaria Macrino dell’Istituto Comprensivo Piave San Cassiano sotto la guida delle professoresse Manuela Maina e Gigliola Collini. I lavori degli studenti verranno pubblicati sul sito dedicato portadiluce.com. Basterà inquadrare un QRcode, di fronte all’Historical Corner, per conoscere la storia della ex Caserma e della Porta di Luce. Gli studenti del Liceo Artistico “Pinot Gallizio” e del Liceo Scientifico “Leonardo Cocito” sono stati così una volta di più protagonisti nel vivere e “accendere” idealmente questo luogo di memoria e innovazione».

Il messaggio è chiaro: l’installazione artistica, realizzata con il supporto del Comune di Alba, della Fondazione CRC, della Provincia di Cuneo e dell’Associazione Culturale Kora, non è l’opera di Samuel Di Blasi o Ugo Costantino, è il simbolo di una città intera, nato sulle ceneri di un brutto muro.

Da oggi la città di Alba è ancora più bella e non è un caso che la porta di luce (scritto volutamente senza virgolette) si apra su una scuola, che sia stata aperta da ragazzi che nel 2030 avranno poco più di 20 anni e che avranno il compito di scrivere un futuro fatto, speriamo, di porte di luce e non di muri.

Marcello Pasquero