Cronaca - 03 dicembre 2024, 07:00

La Procura di Cuneo conclude le indagini sulle violenze al carcere di Cerialdo: tra i poliziotti penitenziari anche un medico

Tortura, lesioni, favoreggiamento, relazioni false e visite mediche mai svolte sono alcune delle accuse provvisorie mosse a vario titolo ai 35 soggetti finiti sotto inchiesta per i presunti fatti fra il 2021 e il 2023

L'ingresso del palazzo di giustizia di Cuneo

Sono trentacinque i soggetti a cui, nei giorni scorsi, la Procura di Cuneo ha notificato l’informazione di garanzia e l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Nell’atto, noto come modello 21, il pubblico ministero ha formalizzato le accuse provvisorie che, a diverso titolo, coinvolgono il personale penitenziario del carcere di Cerialdo. 

Ora si attende il deposito delle memorie difensive, che dovrà avvenire entro venti giorni dalla ricezione dell’atto. Il pubblico  ministero in questa fase potrà solo disporre l’interrogatorio, qualora gli indagati lo richiedano: nessuna posizione è infatti definitiva. Nella lista dei destinatari dell'avviso non figurerebbero i nomi di tre agenti penitenziari inizialmente indagati. 

L’inchiesta nasce nell'ottobre scorso per far luce sulle "torture", tutte da dimostrare, che sarebbero avvenute tra le mura della casa circondariale di via della Roncata fra il 2021 e il 2023. Vittime, cinque detenuti di origini pakistane. L’ultima, la più recente, risalirebbe al 19 luglio 2023, quando un detenuto sarebbe stato picchiato e minacciato da alcuni degli agenti. Prima di quella, però, ce ne sarebbe stata un'altra, parrebbe la più grave: quella avvenuta tra il 20 e il 21 giugno 2023. 

Quel giorno, cinque agenti liberi dal servizio e sette in abiti civili, si sarebbero introdotti nella cella numero 417 della quarta sezione del Padiglione Gesso. Ad averli chiamati battendo sui blindi per segnalare che il compagno della cella accanto, la n. 416, aveva male ad una gamba e per questo necessitava di essere portato in infermeria, erano stati i quattro detenuti della cella stessa.

Entrati, dopo aver chiuso la porta e il blindo della 415, sarebbero iniziate le violenze. A questo punto, i quattro detenuti sarebbero stati picchiati dagli agenti anche con calci alla bocca. Ad averglielo ordinato, sarebbe stato l’ispettore. Tutti, poi, sarebbero stati condotti in infermeria venendo trascinati di peso giù per le scale.  

Le violenze non si sarebbero però fermate qui: i quattro lungo il tragitto sarebbero stati colpiti con calci al volto, alle tempie e inoltre con pugni e uno di loro avrebbe anche battuto la testa contro il muro. In attesa della visita medica, che poi non si sarebbe svolta, i quattro avrebbero aspettato in una stanza e lì di nuovo picchiati. 
Nel frattempo, ad essere visitato dal medico era il loro compagno della 416. 

In quel momento, nell’ambulatorio sarebbe entrato l’ispettore con tre agenti: “Vuoi anche tu qualcosa?- avrebbe detto al detenuto, prima di colpirlo- Così stanotte dormi bene.. ti do qualcosa io”. E qui sarebbe stato colpito alla testa da un collega. E di nuovo, dopo averlo condotto nella stanza assieme agli altri detenuti, le botte sarebbero continuate fino a che l’ispettore non avrebbe ordinato ai colleghi di smettere. 

Tutti e  cinque vennero poi collocati in isolamento in, sostiene la Procura, “stanze prive di finestre, materassi per tutti, cuscini, lenzuola e acqua in bagno”.

Dopo aver ordinato di smettere di picchiarli, l’ispettore avrebbe anche detto al medico che nessuno aveva bisogno delle visite. Sarebbe stato proprio il dottore a coprire le violenze di quella notte in quanto, nel nullaosta (atto obbligatorio a fronte di una visita medica quando un detenuto deve essere collocato in isolamento ) avrebbe attestato che i detenuti, oltre ad essere stati visitati, avrebbero potuto sostenere il regime di isolamento, in quanto in condizioni psicofisiche idonee al regime. Al sanitario è anche contestato l’omissione di referto e il  favoreggiamento.

 Di rifiuto di atti di ufficio e di favoreggiamento è invece accusato un comandante. Assieme al medico, per “i fatti del Padiglione Gesso”, ad essere indagati sono gli agenti e l’ispettore che, con due assistenti capo, è sospettato anche di aver redatto il falso nella relazione di servizio destinata al comandante.

Si passa poi ad un altro episodio, quello che presumibilmente occorso tra il 9 e il 10 giugno 2023: qui, un detenuto, rifiutando l’immatricolazione sarebbe stato picchiato dagli agenti. Alcune presunte violenze “reiterate” su uno stesso detenuto, invece, sarebbero quelle occorse tra l’aprile e il luglio 2022.

Ancora, il 5 aprile 2022 un prigioniero mussulmano, avanzata la richiesta, poi accolta, di poter cambiare cella per poter osservare meglio il Ramadan, sarebbe stato picchiato alla nuca e alla testa con uno strumento di metallo. L’uomo sarebbe poi stato ritrovato nella cella di isolamento privo di coscienza. Per lui i giorni di prognosi furono 30. Secondo la Procura, il vice sovrintende per giustificare le lesioni sul detenuto avrebbe scritto nella relazione di servizio che aveva sbattuto la testa contro il tavolo nel magazzino in cui si effettuano i controlli sul vestiario dei detenuti.

Il 27 dicembre 2021, lo stesso detenuto mussulmano, a seguito di alcuni comportamenti violenti venne collocato in isolamento e mentre gli agenti lo stavano accompagnando, sarebbe stato picchiato con uno storditore elettrico e trascinato in cella. Le lesioni gli vennero repertate qualche giorno dopo e, di nuovo, sarebbe stata redatta una falsa relazione di servizio.

Qualche tempo prima, a cavallo tra il 19 e il 20 novembre di quell’anno, sarebbe stato picchiato anche un detenuto disabile. Quel giorno, l’ultimo per lui nel carcere Cerialdo, stava aspettando che un tecnico riparasse la finestra della sua cella quando venne picchiato. Il detenuto avrebbe chiesto di poter essere visitato, ma nessuno avrebbe acconsentito.  Le lesioni gli vennero refertare il giorno dopo a Biella, in occasione del primo ingresso al nuovo istituto penitenziario.  

L’episodio più rilevante sarebbe avvenuto nell’ottobre 2021: durante l’ora d’aria, un detenuto, a seguito di una discussione con altri, sarebbe stato portato in isolamento. Qui, gli agenti lo avrebbero picchiato e lui, rientrato in cella, si tagliò sulle braccia. Il detenuto venne trasportato d’urgenza in ospedale e, al suo rientro in carcere, gli agenti lo avrebbero malmenato di nuovo.

CharB.