Come comportarsi per essere dei buoni genitori e non farsi sopraffare dai sensi di colpa. Questo il tema del secondo appuntamento con la “Scuola per Genitori” svoltosi ieri sera (4 dicembre) presso il cinema teatro Monviso di Cuneo.
L’iniziativa, che si avvale del patrocinio del Comune di Cuneo, del sostegno di Intesa Sanpaolo e della Fondazione CRC nell’ambito del progetto Wellgranda, è articolata in tre serate con la partecipazione di esperti relatori sulla falsariga di un’esperienza già sperimentata con successo da Confartigianato Vicenza.
Ad approfondire le tematiche riguardanti il ruolo genitoriale all’interno della famiglia è stato lo psicologo e psicoterapeuta Osvaldo Poli, da molti anni impegnato nella consulenza e formazione dei genitori e della coppia. Di fronte ad una platea affollata di partecipanti ha illustrato i diversi comportamenti che spesso vengono tenuti dai genitori nella convinzione di essere gli unici responsabili dell’evoluzione educativa dei propri figli, dimenticandosi degli altri fattori che interagiscono nella loro crescita: carattere, temperamento e relazioni sociali.
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«Sempre più le famiglie – commenta Luca Crosetto presidente di Confartigianato Imprese Cuneo e di CCIAA Cuneo - avvertono un grande bisogno di assistenza, consulenza e confronto su tematiche socio-psicologiche relative al rapporto genitori-figli. Con questo ciclo di incontri ci auguriamo di dare in tal senso un supporto concreto ad aziende e famiglie nel loro importante ruolo educativo. Scuola di Genitori intende favorire un dialogo maggiore tra generazioni, andando ad investire sul valore artigiano, quale patrimonio prezioso di abilità e saperi, che deve essere trasmesso di padre in figlio».
A chiudere il ciclo di incontri il 17 gennaio 2025 sarà la psicologa e psicoterapeuta Stefania Andreoli con un intervento rivolto soprattutto ai giovani: «Perfetti o felici. Diventare adulti in un’epoca di smarrimento». Che cosa significa essere adulti oggi? E come diventarlo? Sono domande che Stefania Andreoli, ha affrontato nello studio pubblicato l’anno scorso «Perfetti o felici», nel quale fa riferimento al modello dell’adulto, fino a qualche anno fa solidamente appoggiato al lavoro e alla costruzione di un ruolo sociale, che oggi invece risulta in crisi con tutte le sue rassicuranti certezze.