«Il Signore vi chiama a essere testimoni di fraternità, artigiani di comunione e costruttori di unità. È questa la vostra missione», ha detto papa Francesco ai 21 nuovi porporati nel corso del 10° concistoro del suo pontificato, tenutosi nella basilica di San Pietro alla vigilia dell’Immacolata.
Tra loro anche monsignor Roberto Repole, inginocchiato con le mani giunte davanti al Santo Padre, per ricevere anello, berretta e la bolla della creazione cardinalizia in cui c’è tutto il suo motto episcopale: «Christus tradidit seipsum pro me», che significa «Cristo ha dato se stesso per me», tratto dalla Lettera di San Paolo ai Galati.
Alla celebrazione in Vaticano hanno preso parte le principali autorità civili di Torino e del Piemonte, oltre a 250 fedeli, tra cui parenti e amici, seminaristi, parrocchiani, dipendenti e direttori della Curia metropolitana.
Per chi non ha potuto recarsi a Roma e per quanti, pur andando a Roma, non sono riusciti a incontrare il neo cardinale nelle previste visite di cortesia, una soluzione c’è. L'arcivescovo di Torino e vescovo di Susa presiederà domenica 15 dicembre alle ore 15.30, nella cattedrale di Torino la Messa di ringraziamento con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose, i fedeli laici e le autorità civili e militari.
Ma prima, monsignor Repole presiederà la liturgia eucaristica in occasione del 100° anniversario della nascita del cardinal Giovanni Saldarini, che è stato Arcivescovo di Torino dal 1989 al 1999, con appuntamento in cattedrale mercoledì 11 dicembre, alle ore 18.
Sarà possibile seguire entrambe le celebrazioni sul canale Facebook della Diocesi.
Chi è monsignor Roberto Repole
Nato a Torino il 29 gennaio di 57 anni fa, una formazione sacerdotale ricevuta al seminario torinese degli anni Novanta (alla scuola del compianto don Sergio Boarino), teologo, ma anche pastore e con una missione che è partita dalle parrocchie di periferia.
È questo l’identikit di monsignor Roberto Repole, cardinale di Santa Romana Chiesa. Si è diplomato al liceo Valsalice e, dopo il baccalaureato a Torino, ha conseguito la licenza e il dottorato in Teologia sistematica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Prete dal 1992, poi docente di teologia sistematica presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale-sezione di Torino, l’Istituto superiore di scienze religiose e il Biennio di specializzazione in teologia morale speciale e alla Licenza nella sede centrale di Milano e direttore della sezione parallela di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale.
È stato presidente dell’Associazione teologica italiana dal 2011 al 2019. Ha firmato e curato decine di monografie, saggi, articoli, voci enciclopediche e libri.
Nei suoi interventi si riflette la grande attenzione all’importanza della sinodalità, oltre all’indiscussa capacità di ascoltare giovani, lavoratori, fino a bisognosi e migranti con la sensibilità propria di un figlio di emigranti lucani.
La famiglia di Repole è tra quelle decisamente integrate in terra piemontese: negli anni Ottanta il padre Vito è stato assessore all’Agricoltura e al commercio nella giunta comunale di Druento.
Nominato nel 2022 arcivescovo di Torino, monsignor Repole ha un profilo che papa Francesco ha sentito affine per sensibilità e visione, soprattutto sull’idea di Chiesa. Da cardinale, Repole parteciperà al prossimo conclave. Curiosità: suona la chitarra e tifa Toro.