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Economia | 11 dicembre 2024, 17:02

Esportazioni piemontesi in calo, ma la Granda cresce del 7% rispetto allo scorso anno

E' quanto emerso dai dati diffusi dalla Camera di Commercio sui primi nove mesi dell'anno. Saldo record della bilancia commerciale

Esportazioni piemontesi in calo, ma la Granda cresce del 7% rispetto allo scorso anno

Nel periodo gennaio-settembre 2024 l’export nazionale diminuisce dello 0,7% e il calo è sintesi di dinamiche territoriali che vedono flettere le vendite all’estero per il Nord-Ovest (-2,2%), per il Nord-Est e il Sud (-1,8% per entrambi) e le Isole (-1,0%), mentre si rileva una crescita delle esportazioni per il Centro (+2,9%). Alla fine del III trimestre 2024 le vendite all’estero dei prodotti made in Cuneo hanno raggiunto gli 8.333 milioni di euro, registrando un aumento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nei primi nove mesi dell’anno il valore delle importazioni di merci ha prodotto 4.305 milioni di euro, con un aumento del 6,5% rispetto ai primi nove mesi del 2023. Il saldo della bilancia commerciale si è portato a 4.028 milioni di euro, in aumento rispetto a quello registrato nell’analogo periodo dell’anno precedente che si attestava a 3.747 milioni di euro. 

Cuneo si conferma al secondo posto in Piemonte, dopo Torino, per valore esportato, con il 18,3% delle vendite regionali fuori confine. La dinamica esibita nel periodo gennaio-settembre 2024 dalle esportazioni di merci cuneesi è decisamente migliore rispetto a quella evidenziata a livello nazionale (-0,7%) e regionale (-3,5%). La performance negativa del Piemonte è spiegata in larga misura dalla contrazione dell’export di autoveicoli. 

Il dato cuneese è positivo non soltanto rispetto al 2023 ma anche al 2019, ultimo anno preCovid. La crescita rispetto a cinque anni fa è del 34,7%, dato che incorpora la componente inflattiva. "Ancora una volta i dati delle nostre esportazioni ci confortano con una crescita del 7%, rispetto al risultato record dello scorso anno - afferma il presidente Luca Crosetto -. A fronte di un aumento contenuto delle esportazioni nell'area Ue, frenato dalla crisi della Francia, registriamo Le esportazioni cuneesi nei primi nove mesi del 2024 Export: 8.333 milioni di euro (+7,0% rispetto al periodo gennaio-settembre 2023) Saldo bilancia commerciale: 4.028 milioni di euro (+7,5% rispetto al periodo gen-set 2023) Export verso Ue-27 post Brexit: +2,8% rispetto al periodo al periodo gennaio-settembre 2023 Export verso extra Ue-27 post Brexit: +14,3% rispetto al periodo gennaio-settembre 2023 una forte accelerazione dell'export sui mercati extra Ue e il nostro sistema imprenditoriale dimostra di saper combinare tradizione, innovazione e qualità affermandosi sui mercati internazionali."
 



La serie storica, sui dati dei primi nove mesi di ogni anno, evidenzia il trend di crescita delle esportazioni cuneesi negli ultimi sei anni, fatta eccezione per il 2020 condizionato dagli effetti della pandemia - prosegue il presidente Crosetto –. È sorprendente rilevare che dal 2018 ad oggi il valore delle esportazioni cuneesi, compresa la componente inflattiva, è aumentato del 41,8%”.



La crescita registrata dalle esportazioni cuneesi nel periodo gennaio-settembre 2024 è stata il risultato di andamenti più o meno omogenei nei vari settori di specializzazione. Il comparto manifatturiero, che rappresenta il 96,8% dell’export cuneese, registra un aumento del 7,3% mentre calano le esportazioni del comparto agricolo (-12,7%) e quelle di un settore, quantitativamente poco rilevante, quale i prodotti dell’estrazione mineraria (-5,2%). Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 35,0% e fa segnare un +8,1%, continua a esserne il settore trainante sebbene in questi nove mesi la performance migliore sia stata registrata dai prodotti tessili (+103,0%), seguiti dagli altri prodotti delle attività manifatturiere (+30,6%), dagli apparecchi elettrici, elettronici e ottici (+26,8%), dai macchinari e apparecchi n.c.a. (+10,8%), dagli articoli in gomma e materie plastiche (+2,1%) e dai mezzi di trasporto (+0,1%). Una flessione significativa, del 9,0%, è stata registrata dai prodotti in legno e derivati, seguiti dai metalli di base e prodotti in metallo (-2,8%) e da chimica e farmaceutica (-0,5%).



Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 61,2% delle esportazioni provinciali, contro il 38,8% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. L’aumento registrato dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27, frenato dalla crisi della Francia, è stato del +2,8%, mentre quello verso i partner commerciali extra Ue-27 ha segnato un confortante +14,3%. I più importanti mercati dell'area Ue-27 continuano a essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente del 17,8% e del 13,9%, piuttosto significative ma in calo rispetto al recente passato. La Francia fa segnare una flessione del 3,8%. Calano del 5,1% sia il Belgio sia i Paesi Bassi mentre la Germania, dopo mesi caratterizzati dal segno negativo, fa registrare una crescita del 3,1%. Aumentano in misura sensibile le esportazioni verso la Polonia (+14,3%), la Romania (+ 13,0%) e la Grecia (+ 11,6%). Per il bacino extra Ue-27 il mercato di maggiore sbocco continua a essere quello statunitense che cresce del 3,7%, mentre le esportazioni verso la Cina vivono un vero e proprio boom (+ 339,9%) trainato dal comparto tessile e dei prodotti in pelle. La Cina diventa il secondo mercato di riferimento, superando il Regno Unito. Ottime le performance di Corea del Sud (+112,3%) e Turchia (+36,2%), mentre l'Australia fa segnare il calo più significativo (-19,9%).

c.s.

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