Cronaca - 14 dicembre 2024, 15:01

Giustizia per Issa e Mamadou: un corteo domani per le vie di Alba: "Cambiare un sistema che abbandona i più deboli"

A organizzarlo il collettivo Mononoke, con partenza alle ore 15.30 dalla Zona H

Domani, domenica 15 dicembre, un pomeriggio di rabbia e dolore attraverserà le vie di Alba. Il collettivo Mononoke ha organizzato un corteo, che partirà dalla Zona H alle ore 15.30, per ricordare i due giovani migranti, Issa Loum e Mamadou Saliou Diallo, morti tragicamente per intossicazione da monossido di carbonio in un casolare abbandonato alle porte della città. Una tragedia che ha sollevato interrogativi e accuse verso le istituzioni, la società civile e il sistema di accoglienza.

Il corteo raccoglierà attivisti, cittadini solidali e rappresentanti di associazioni locali. Durante il percorso, slogan e interventi punteranno il dito contro un sistema che, secondo il collettivo, avrebbe responsabilità indirette nella morte di Issa e Mamadou. “Non si può accettare che due giovani siano costretti a cercare riparo in condizioni così precarie. Questo non è un caso isolato, ma il risultato di un insieme di politiche e atteggiamenti che marginalizzano i più deboli”, dichiarano i promotori.

Tra i temi affrontati durante la manifestazione, il collettivo denuncia il presunto razzismo diffuso nella società locale, sottolineando come le difficoltà dei migranti a trovare alloggi siano spesso legate a pregiudizi radicati. “C’è una responsabilità collettiva che non possiamo ignorare. Quando si sbattono porte in faccia ai migranti in cerca di casa, si alimenta un circolo vizioso di esclusione e abbandono”, spiegano dal megafono.

Anche le politiche locali e nazionali finiscono nel mirino dei manifestanti, che accusano le amministrazioni di cecità di fronte all’emergenza abitativa e lavorativa che interessa molti migranti sul territorio. “Da anni denunciamo condizioni di sfruttamento nel settore agroalimentare e una gestione dell’accoglienza insufficiente. Questa tragedia è la punta di un iceberg che non si può più ignorare”, aggiungono.

Non manca un appello alla Chiesa, spesso impegnata nell’accoglienza, ma accusata di fare troppo poco rispetto alle necessità. “La riduzione dei posti letto nelle strutture di accoglienza e la chiusura estiva del centro di prima accoglienza sono segnali di una gestione che deve essere ripensata in modo più inclusivo e strutturato”.

Il corteo si concluderà con un momento di silenzio e raccoglimento, seguito da un appello a un maggiore impegno collettivo per evitare che tragedie come quella di strada Gamba di Bosco possano ripetersi. Giustizia per Issa e Mamadou non significa solo ricordare, ma agire per cambiare un sistema che lascia indietro i più vulnerabili, concludono gli organizzatori.

La presa di posizione dell'Anolf Cuneo

Non si arrestano, intanto, i commenti e i l dibattito sulla vicenda. Anolf Cuneo ha diramato una nota: "A fronte della drammatica tragedia accaduta ad Alba con la morte per asfissia di due giovani di origine africana, prima di tutto vogliamo esprimere il grande dolore che stiamo provando come associazione che lavora con i migranti e con le varie Comunità di origine di altri Paesi e vogliamo ancora esprimere le nostre più sentite condoglianze e vicinanza ai parenti e alle comunità di loro appartenenza e a tutte le persone migranti Tragedie come questa non dovrebbero capitare specialmente in un territorio come il nostro che si fregia di essere un territorio accogliente per il turismo e le produzione enogastronomiche e che lo rendono ricco e conosciuto per le sue eccellenze. Da molto tempo stiamo dicendo che anche il lavoro e l’accoglienza dei lavoratori che vengono qui per contribuire alla nostra ricchezza devono essere giusti, adeguati e dignitosi, mentre purtroppo, anche se non vogliamo generalizzare, abbiamo assistito a forme di sfruttamento, caporalato, accoglienza non accettabile. Il problema della casa e della accoglienza sta diventando sempre più un grossa incognita per molti lavoratori e cittadini, non solo per i lavoratori stagionali. Questi due ragazzi, avevano lasciato, come tanti, i loro Paesi per cercare una vita migliore, forse avevano rischiato la vita attraversando il deserto e il Mediterraneo, per poi morire invece in una città considerata ricca".

La conclusione è amara: "Persino ai tempi de “La Malora” di Beppe Fenoglio, chi era da servente nelle cascine pur nella più grande povertà, avevano un tetto per ripararsi. Come Anolf, associazione promossa dal sindacato CISL sul problema delle migrazioni; vogliamo continuare a impegnarci e a promuovere, insieme a tutte quelle forze che hanno come obiettivo di costruire una società di convivenza civile per tutti, tutte le iniziative perché tragedie come queste non succedano più".

redazione