Questa volta sono in seria difficoltà. Da mercoledì, da quando ho appreso la notizia della scomparsa di Issa e Mamadou in un casolare abbandonato a due passi dalla radio dove passo gran parte delle mie giornate lavorative, non riesco a pensare ad altro.
Una notizia che sconvolge sempre, a maggior ragione a due settimane dal Santo Natale.
Difficile parlare della morte di due ragazzi senza fare retorica, senza scadere nel banale o nel già detto. Semplicemente vorrei invitare tutti alla riflessione senza puntare il dito, perché in fondo siamo tutti colpevoli come società. Se due ragazzi sono morti a poco più di vent’anni nella nostra città mentre cercavano di scaldarsi, nessuno può rimanere indifferente e nessuno può autoassolversi.
Immagino i loro volti, gli ultimi attimi, il fiato che manca, magari un estremo tentativo di salvarsi e in un attimo svanire i loro sogni, le aspettative, le speranze, tutto spazzato via in un attimo.
Ragazzi difficili si è detto. Difficili, proprio quelli che hanno più bisogno. Quelli che non dovrebbero mai essere lasciati soli.
Tutti abbiamo avuto dei momenti difficili e siamo ancora qui proprio perché non siamo stati lasciati soli. Issa e Mamadou non hanno avuto questa fortuna.
Avevano la vita davanti, presto un lavoro stabile, finalmente un tetto sulla testa, magari, un giorno, una famiglia.
No, non sarà così.
Come è stato possibile che nel 2024, due ragazzi poco più che ventenni siano morti mentre cercavano di scaldarsi nella nostra ricca e opulenta città?
Eravamo abituati a sentire raccontare di storie come questa nelle grandi città italiane o europee, ma questa volta è successo in strada Gamba di Bosco a pochi passi da uno dei due accessi principali alla città del tartufo.
Ora si possono fare due cose: costernarsi, piangere e poi gettarsi in via Maestra a fare shopping come richiede il periodo o si può fare in modo che la fine di due giovani vite diventi il monito affinché due morti assurde non abbiano a ripetersi nella nostra città.
Non potremo cambiare il mondo, è vero, ma possiamo tutti lavorare per curare il nostro orticello, la nostra Alba, un paesone diventato capitale che portiamo a esempio nel mondo, ma Alba non può essere un esempio se non si prende cura di tutti i suoi cittadini, se non impara che non esistono vite di serie A e serie B e nemmeno morti di serie B.
La vita di Issa e Mamadou ci ha insegnato poco, la loro morte speriamo ci insegni a non ripetere più gli errori che tutti insieme abbiamo fatto.
Come? Guardandoci intorno, guardando a chi soffre, non solo il giorno di Natale. In questo una iniziativa che spero possa prendere piede riguarda il partenariato del progetto Homefull promosso da Weco impresa sociale, Frati Minori Piemonte Onlus, Fondazione don Gianolio, Apro Formazione, Cicsene.
I promotori hanno dichiarato: "In questi anni di lavoro sul territorio sono tante le persone che ci hanno espresso difficoltà e bisogno di supporto nella ricerca di un’abitazione. Persone di età, origini, situazioni familiari, sociali ed economiche tra le più diverse. In tantissimi casi sono persone che lavorano nelle aziende del nostro territorio, contribuendo a generare economia, futuro e stabilità alle nostre comunità. Ognuno di noi ha cercato di dare una risposta a questo bisogno lavorando in rete sul proprio territorio, incontrando senza dubbio non poche difficoltà ma avendo sempre in mente quanto il diritto alla casa fosse e sia un punto di partenza per i nostri pensieri e le nostre progettualità".
Tutti insomma possiamo fare qualcosa come hanno sottolineato i promotori: "Facciamo appello alla cittadinanza tutta, a chi in queste ore ci scrive e ci chiede “posso fare qualcosa?”. Perché sono tante le persone che ci hanno chiesto come attivarsi e sentirsi meno impotenti di fronte a questa tragedia. La risposta è sì, possiamo fare qualcosa. Mettiamo in condivisione risorse, reti, opportunità: stiamo cercando immobili da locare attraverso il sistema di garanzia formulato da Homefull o attraverso la locazione diretta gestita da Frati Minori Onlus. Per trovare soluzioni di sistema abbiamo bisogno che chi ne fa parte sia attivo ed esprima il proprio contributo con grande senso di responsabilità. Trasformiamo il dolore per la perdita di Mamadou e Issa in qualcosa che possa generare un cambiamento positivo". Purtroppo per Issa e Mamadou è troppo tardi, ma non è troppo tardi per fare in modo che due morti assurde come le loro non debbano mai più avvenire nella nostra città.