Cronaca - 17 dicembre 2024, 19:25

Accusata di maltrattare l’anziana madre malata di Alzheimer: in aula i racconti della badante

A processo in Tribunale a Cuneo una donna residente nel Saluzzese

In tribunale a Cuneo la testimonianza resa dalla badante della donna

Maltrattamenti sulla madre ottantenne malata di Alzheimer. Questa l’accusa che la Procura rivolge a una donna saluzzese, ora a processo in tribunale a Cuneo.

A far partire le indagini nel 2020 fu quanto riferito dalla badante alla sorella dell’imputata. Racconti in merito a fatti che la testimone avrebbe appreso direttamente dall’anziana e che ha riportato in aula.

La donna ha parlato dello stato di agitazione da cui veniva colta l’ottantenne quando sapeva che avrebbe dovuto vedere la figlia imputata: “Era confusa. Mi chiedeva di non lasciarla da sola - ha spiegato la badante in aula -. Diceva spesso di non capire perché sua figlia la trattasse così. Mi pregava di non andare via. Poi scoppiava a piangere. Quando vedeva l’altra figlia, invece, era contenta”.

A questo, poi, si sarebbe aggiunta la scoperta di alcuni segni sul corpo dell’anziana: “Una volta ho visto che la signora aveva un livido sul braccio - ha proseguito la testimone -. Le avevo chiesto che cosa le fosse successo e lei mi rispose di non sapere. Avevo chiesto spiegazioni alla figlia e lei mi aveva detto che la madre aveva il vizio d grattarsi molto e di sbattere dappertutto”.

Stando a quanto riferito in aula quella non sarebbe però stata l’unica volta in cui la badante notò qualcosa di anomalo: “In un’altra occasione sua figlia mi aveva detto che la madre aveva sbattuto la testa contro la ringhiera e mi ha mostrato l’ematoma che aveva in testa – ha continuato -. Ricordo che mentre la figlia mi stava spiegando cosa fosse successo la madre mi faceva alcuni segni. Quando poi si è allontanata, la signora mi ha chiesto di 'non lasciarla più sola’”.

L’anziana, poi, dopo quell’episodio venne portata dal medico per essere visitata. Chiamato a testimoniare il dottore ha riferito di quei segni sul corpo dell’anziana: “Ho ritenuto quelle lesioni banali - ha affermato -. Ho valutato fossero poco gravi e non ho pensato nemmeno per un momento che fossero potute essere percosse, anche perché conosco questa famiglia da vent’anni. A mio parere era la conseguenza di una caduta. Mi pare si fosse chinata per dare da bere al cane. La signora l’ho sempre vista molto seguita dalla figlia. Io la consideravo come la ‘caregiver’”.

Come ancora riferito dalla badante, la figlia si sarebbe rivolta alla madre con frasi come “mi viene voglia di buttarti già dal balcone” o “ti sbatto in casa di riposo”.

La donna in casa di riposo ci andò, ma per decisione del giudice tutelare. E dalle intercettazioni ambientali, è emerso che, come riferito dal luogotenente dei Carabinieri Giancarlo Usai, in un’unica occasione "l’imputata è stata sentita rivolgersi con toni particolarmente accesi all’anziana madre”.

Con un altro soggetto rimasto non identificato, al telefono, aveva invece parlato del fatto che quell’ematoma alla testa era dovuto "a una caduta accidentale”.

In aula, poi, è stata chiamata a testimoniare anche l’altra figlia dell’anziana donna, che ha spiegato di non parlare da anni con la sorella.

La donna ha spiegato di non aver mai saputo dei presunti maltrattamenti sulla madre, a parte quanto raccontatole dalla badante.

“Mia sorella aveva impedito per un anno e mezzo che vedessi mia mamma - ha detto -. Se chiamavo staccava il telefono, io non avevo neanche il coraggio di andare a casa. La situazione è mutata quando è arrivata la badante, ci incontravamo però solo all’aperto, oppure in casa quando sapevo che mia sorella non c’era”.

Il 13 maggio prossimo, si ascolterà l’amministratrice di sostegno dell’anziana.

Char. B.