Attualità - 18 dicembre 2024, 11:06

Dopo 75 ore di intervento in grotta, Ottavia Piana è salva. Tra i soccorritori anche cinque speleologi cuneesi

L'uscita verso le 3 di questa mattina, con diverse ore di anticipo rispetto ai tempi stimati. In grotta sono scesi 159 tecnici di Soccorso Alpino provenienti da 13 regioni

Immagine di repertorio

E' salva Ottavia Piana la speleologa rimasta bloccata in una grotta nel bergamasco. 

Nella notte, attorno alle 3, i soccorritori hanno raggiunto l’uscita con diverse ore di anticipo rispetto ai tempi stimati, secondo. La donna si era infortunata ed era bloccata in un’area esplorativa della grotta Abisso Bueno Fonteno dal pomeriggio di sabato scorso. Le attività di soccorso, iniziate alla mezzanotte del 15 dicembre, hanno visto l'impiego di 159 tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico provenienti da 13 regioni italiane. Tra loro anche dei cuneesi: sono Stefano Mancardi, Pierfranco Michelis, Marco Michelis, Luca Dinai e Jocopo Elia.

Jacopo Elia e Luca Dinai,  attuale responsabile della Delegazione piemontese del soccorso alpino, sezione speleo, erano già stati tra i protagonisti dello spettacolare intervento di salvataggio di settembre 2023 in Turchia. Anche in quell'occasione si mobilitarono i migliori speleologici provenienti dalla Bulgaria, dalla Polonia e dall'Ungheria. Ma anche e soprattutto dall'Italia, che vanta uno dei soccorsi più strutturati d'Europa. Erano stati selezionati i migliori speleologi italiani e tra loro c'erano tre cuneesi. 

A Bergamo sono andati in cinque. E sono stati nuovamente protagonisti di questo ennesimo salvataggio.

E' difficile comprendere come sia necessario mettere in moto una tale macchina e mobilitare così tanti uomini per salvarne una. Ma quando si è in grotta ci si muove forse nell'ambiente più complicato al mondo, fatto di pozzi, meandri, strettoie, dove la luce è poca e solo artificiale, dove non esiste il tempo, dove la progressione è lentissima, su corde, discensori, con manovre e passaggi che richiedono concentrazione e grande preparazione fisica e psicologica.

Ecco perché è necessario che molte squadre si alternino nella progressione. Se c'è una barella, tutto si complica. Ed è necessario anche l'utilizzo di esplosivi per poter allargare le aree di passaggio. Inevitabile che questo si traduca in ore e ore di intervento. Sono state, in totale, 75. Che hanno permesso di portare alla luce Ottavia Piana. 

Determinante è stata la sinergia tra le varie squadre che si sono avvicendate durante la missione di recupero, in cui la donna è stata costantemente monitorata e assistita da un totale di 6 medici e 8 infermieri del Soccorso Alpino e Speleologico. Una volta uscita dalla grotta, la barella è stata trasferita dalle squadre del Soccorso Alpino e Speleologico in un’area in cui i Vigili del Fuoco hanno predisposto un punto idoneo al recupero dell'elisoccorso tramite verricello.

La donna, una volta presa in carico dall’eliambulanza di AREU 118, è stata trasportata presso l’Ospedale di Bergamo.