Il Cuneese e uno dei suoi leader imprenditoriali tornano protagonisti di una nuova inchiesta della trasmissione Report di Rai3, questa sera alle 20.30.
Annunciato sui canali social il titolo della puntata: “Farinetti: Coca-Cola è la multinazionale più etica che c'è”.
Ad accompagnarlo anche una breve descrizione del contenuto del servizio di questa sera: “Prima di Eataly, Farinetti di cibo non sapeva nulla e per questo si è affidato a Slow Food, l’associazione fondata da Carlo Petrini per la promozione di pratiche alimentari consapevoli e a tutela delle tradizioni culinarie locali. Un sodalizio che si è incrinato quando Farinetti ha deciso di vendere le acque minerali Lurisia alla multinazionale della Coca-Cola”.
Qui la breve anticipazione video delle interviste a Petrini e Farinetti:
Il caso Piero Sassone
Nella puntata di stasera sarà protagonista anche il saluzzese Piero Sassone, imprenditore nell’ambito gastronomico, in qualità di presidente e manager per i servizi internazionali per l’Istituto culinario di cucina per stranieri ‘Icif’ (Italian Culinary Institute for foreigners) che ha sede nel Castello di Costigliole d’Asti davanti al quale è stata fatta l’intervista dal giornalista Walter Molino.
La questione riguarda l’appalto per quanto riguardava la ristorazione nel padiglione Italia all’Expo di Milano 2015 che Sassone e il suo gruppo di imprenditori hanno perso. Nell’anteprima della video intervista che sarà trasmessa stasera in Report a partire dalle 20,30 l’imprenditore noto a Saluzzo nel Saluzzese per il suo locale ‘Le 4 stagioni di Casa Sassone’ ha raccontato a Molino: “Assieme ad ed altri imprenditori abbiamo fatto a suo tempo un esposto all’Autorità anticorruzione. Ritengo - afferma Sassone - che questa sia stata un'opportunità che andava data a tanti imprenditori e realtà come le nostre. Alla fine sono state date in subappalto da imprenditori che sono stati chiamati da Oscar Farinetti”.
Sassone spiega poi che a Expo Milano 2015 anche se non ha potuto partecipare all’appalto per il padiglione Italia ha concorso ad altre gare che ha vinto per aggiudicarsi la parte dedicata alla ristorazione. Tra questi i padiglioni del Bahrain, dell’Angola, dell'Argentina, della Colombia, di Israele e del Messico.
“Dopo aver fatto l’esposto all’autorità anticorruzione – continua Sassone - a pochi mesi dalla fine dell’Expo Milano 2015, io e gli altri imprenditori ci siamo ritrovati con una verifica fiscale che ha visto arrivare la Guardia di Finanza in tutte le nostre sedi. L’indagine con verifica fiscale è durava dicendo che le nostre attività di ristorazione erano soggettivamente inesistenti. Di conseguenza la procura di Asti ha subito emesso un provvedimento di sequestro preventivo di tutti i nostri beni. Di conseguenza abbiamo dovuto purtroppo rivolgerci alla Procura e il magistrato ha ordinato una contro-indagine da cui è risultato che tutto era regolare”.